Alfa Romeo “casa” Ferrari
“Oggi, ho ucciso mia madre”. Fu con queste parole, che Enzo Ferrari decise di descrivere la sua prima vittoria in Formula 1. Era il 14 luglio 1951 e, al Gran Premio di Gran Bretagna, Josè Froilan Gonzalez regalava la prima affermazione in F.1 al Cavallino Rampante. Al 2° posto, Juan Manuel Fangio con l’Alfa Romeo. Enzo Ferrari aveva appena battuto la casa con la quale aveva vinto, perso, sofferto e gioito per tanti anni. Una sorta di madre sportiva, appunto.
Le "Alfa della scuderia Ferrari"
Perché in fondo è un po’ così: l’Alfa Romeo è un po’ la madre di tutte le case italiane, almeno dal punto di vista sportivo. La FIAT è nata prima, ma nel mondo delle corse è stata l’Alfa Romeo a fare da apripista alle case tricolori, con le sue partecipazioni ai “Grand Prix”, versione ante litteram della Formula 1. Quei “Grand Prix” in cui un giovanissimo Enzo Ferrari si cimenta da pilota, incontrando gente come Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Di lì a poco, Enzo Ferrari smetterà di dedicarsi al volante per passare dall’altro lato della barricata, quello gestionale: con la sua neonata “Scuderia Ferrari” rileva il Reparto Corse dell’Alfa Romeo, assicurandosi le prestazioni del grande progettista Vittorio Jano e di grandi piloti, come lo stesso Nuvolari. Sono gli anni delle “Alfa della Scuderia Ferrari”: Enzo dà lustro al Biscione, portandolo a vincere sulle piste di tutto il mondo, Mille Miglia compresa. A suo modo, è un periodo d’oro: Enzo Ferrari reputa fondamentale l’esperienza acquisita con la casa del Biscione, che si porterà sempre nel cuore. Ecco perché, quel giorno a Silverstone, dice: “Ho ucciso mia madre”. L’Alfa Romeo è stata casa sua, ed in qualche modo lo sarà sempre, portandosi quei momenti degli anni' '30 per sempre nel cuore.
