Con le acque libere nella Senna.
«Un’incognita per tutti, il test che abbiamo fatto un paio di anni fa (vinto da Greg, ndr) era in un canale parallelo totalmente diverso dal fiume vero e proprio».
Le acque libere chiamano.
«Con il circuito Dominate The Water stiamo cercando di unire competizioni e rispetto per il mare. La prossima stagione pensiamo di introdurre qualche novità».
Gli obiettivi di Parigi?
«Dobbiamo ragionarci con Fabri (Antonelli, il suo allenatore, ndr). Le acque libere vengono dopo le gare in vasca. Razionalmente, l’800 può essere sacrificabile a favore di 1.500 e 10 chilometri ma si vedrà più avanti».
L’800 dell’impresa di Tokyo, l’argento olimpico subito dopo la mononucleosi? Quella forse è stata la gara perfetta…
«Resta una delle mie migliori prestazioni, ma ho fatto qualche cazzata pure lì. Alla fine l’oro è sfuggito per un paio di decimi, qualcosa di diverso magari si poteva fare per vincere. Tra primo e secondo posto c’è una bella differenza».
Quindi qual è la strategia vincente?
«Contare su se stessi, gli avversari cambiano e le insidie le eviti facendo la gara giusta. A quasi trent’anni io so di dover essere fisicamente a posto per tutto l’anno, non avere problemi di salute. A quel punto, in gara qualcosa di buono viene fuori».
Siamo arrivati alla fine e neanche una domanda su Rossella.
«Un record, in genere si parte da lì. Stiamo bene, viviamo insieme (in affitto a Roma, zona Eur, ndr) almeno in teoria perché siamo sempre in giro. Anche lei, come me, ha l’Olimpiade come obiettivo».