Goggia: "A Pechino avevo paura, ma è l'impresa della mia vita"

La campionessa azzurra si racconta: "A St Moritz non avevo dubbi, in Cina invece ho sperimentato il concetto di paura"
Goggia: "A Pechino avevo paura, ma è l'impresa della mia vita"© EPA
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MILANO - È abituata alle imprese Sofia Goggia, campionessa impareggiabile. L'ultima è stata quella di trionfare a St Moritz con la mano fratturata, dominando nella discesa libera a poche ore dall'intervento chirurgico. Quella di cui però l'azzurra ha voluto raccontare emozioni e sensazioni in occasione della presentazione di '23 giorni', il documentario firmato Sky, è stata quella che le ha messo al collo la medaglia olimpica 23 giorni dopo l'infortunio al ginocchio. "Sabato non ho mai neanche messo in dubbio la mia partecipazione alla seconda discesa libera, a Pechino con un ginocchio un po' traballante è stato molto molto difficile, lì ho sperimentato il concetto di paura", ha detto.

Goggia: "Pechino l'impresa della mia vita"

"Sabato mi sono detta che se avessi preso un altro colpo alla mano sarebbe stato sopportabile, il rischio era di presentarsi al cancelletto con un deficit di con concentrazione per l'anestesia e l'operazione. Quella di Pechino resterà l'impresa della mia vita. Poche sono state le persone a sapere quale sia stata la mia difficoltà da sola in quella stanza di Pechino, quando non riuscivo ad andare dal mio skyman a pochi metri di distanza", ha aggiunto.

Goggia e il futuro

"Sto attraversando una fase in cui sono innamorata della vita. Lo sci è lo specchio del mio carattere, ho vinto tante gare su tante piste, ma ci sono tante piste dove non ho mai vinto. Vorrei andare a prendermi quelle. Amo sciare, mi piace tirare le curve e andare veloce, voglio continuare a farlo per vincere" ha detto Goggia. "Le goggiate? Mi hanno impedito di vincere tante gare, sto cercando di essere più stabile. Il lavoro serve per la persona ma anche dal punto di vista tecnico, perché lo sci è uno sport che si vince sui centesimi".

Goggia: "Il dolore non mi spaventa, vince l'adrenalina"

"Da un lato sono molto razionale, dall'altro istintiva. È come una ricetta, se riesci a trovare il mix giusto può uscire qualcosa di buono" ha proseguito ancora la sciatrice bergamasca. "Sono fortunata perché ho una soglia del dolore molto alta. Anche sabato scorso non ho usato antidolorifici, avevo così tanta adrenalina da scacciare il dolore. Ci sono state volte, come a Pechino, in cui non potevo pensare al dolore, non c'era tempo. Dipende da quanto spazio gli dai. E poi non mi spaventa il dolore fisico, più quello emotivo, i miei tormenti, quello con cui faccio fatica a convivere. Ma alle volte devi abbracciarlo, perché come la paura è una guida".


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