Montefusco su Pelé: “Mi disse: finalmente uno che non mi picchia"

L'ex difensore del Napoli: "Inventava sempre una giocata che ti spiazzava: immarcabile. A New York lo vidi piangere perché non era  riuscito a far gol"
Montefusco su Pelé: “Mi disse: finalmente uno che non mi picchia"© ANSA
Fabio Tarantino
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NAPOLI - Cosa resta, ora, se non i racconti e i ricordi di chi l'ha vissuto? Pelé apparteneva a un'altra epoca, distante da molte, ben prima del periodo d'oro di Maradona, erano gli A nni Sessanta e Settanta condivisi con avversari folgorati come Vincenzo Montefusco, napoletano, 77 anni, bandiera azzurra, ex difensore, ex allenatore, a cui trema ancora la voce ricordando quell'amichevole Napoli-Santos del marzo '72 al San Paolo sotto il diluvio o, ancora, le due sfide americane contro Pelé di fine stagione. In una di queste il brasiliano sfiorò un super gol e poi pianse negli spogliatoi per il rimpianto di non aver segnato. Erano amichevoli ma descrivevano il carattere dell'atleta.

Testimonianza

Montefusco marcò Pelé a Fuorigrotta, finì 3-2 per i brasiliani, il campione verdeoro segnò doppietta e nonostante lo show esaltò a fine gara il difensore del Napoli: «Mi disse, finalmente ho trovato qualcuno che mi ha marcato e non mi ha picchiato». La testimonianza di Montefusco è preziosa perché aiuta a capire prima il campione e poi l'uomo. Tecnicamente, Pelé era immarcabile: «Era come Maradona o come il miglior Messi, potevi fermarlo solamente con una catena. Ti inventava sempre una giocata che ti spiazzava. Su uno dei due gol mi spostò con furbizia con un dito, io me la presi con un mio compagno ma poi mi accorsi che era stato proprio Pel é a spostarmi». Il rimpianto di Montefusco è quello di non avere una sua maglia, all'epoca non si scambiavano ma si riutilizzavano per le partite successive. Il classico paragone con Diego viene così risolto: «Sono entrambi due campioni. Gli altri fuoriclasse, quelli di oggi e di ieri, sono distanti, vengono molto dopo. Maradona e Pelé e poi il resto».

In America

Pelé aveva sfidato il Napoli di Sivori e Altafini già prima, a fine Anni Sessanta, in America, con due amichevoli memorabili. Montefusco c'era, a lui come sempre l'onere di marcarlo, e ricorda un retroscena a New York che racconta dell'uomo sempre pronto a migliorarsi e mai sazio: «Pel é fu protagonista di un'azione straordinaria, superò 3-4 avversari e poi tirò in porta convinto di aver segnato, invece il terreno era umido e la palla andò prima sul palo e poi fuori. A fine partita l'ho visto piangere nello spogliatoio perché avrebbe voluto realizzare quel gol». Aneddoti e retroscena di un'altra epoca grazie a una testimonianza preziosa figlia di un calcio distante eppure sempre attuale.  


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