Alberto Zaccheroni è tornato a parlare dopo l'incidente dello scorso 10 febbraio, quando tutto il mondo del calcio e non solo è stato in grande apprensione per le sue condizioni dopo una gravosa caduta in casa. Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex tecnico ha così raccontato quei drammatici momenti: "Sono vivo per miracolo, ma del mese in terapia intensiva non ricordo nulla. Mi ha trovato mia moglie Fulvia accasciato a terra, in fondo alle scale, sono ruzzolato per 8-10 gradini e lei dice che ero in un lago di sangue, con la testa aperta e un occhio fuori dall'orbita. Si pensa che avessi in braccio la cagnolina di mio figlio Luca e mi sia proteso in avanti per proteggerla dal tonfo. Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno".

Il racconto shock di Zaccheroni
Zaccheroni ha poi proseguito: "La botta e' stata tremenda, il grande sollievo e' non aver riportato danni cerebrali. Devo ringraziare i medici e tutto il personale dei due istituti che mi hanno seguito. Sono stati straordinari. Ho perso due diottrie dall'occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perche' prima di riottenerla dovro' sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Se prima camminare era un hobby, adesso e' una necessita'. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare. Il calcio? Ho ricominciato a guardare le partite in tv. Sarei dovuto andare in panchina per la prossima gara della Nazionale italiana Non Profit di cui sono c.t. dallo scorso anno, ma ho preferito rinviare a quando mi saro' completamente ristabilito. Riprendero' anche gli incontri tecnici della Fifa".
Il pensiero all'Emilia Romagna
Il pensiero di Zaccheroni è andato anche ai danni provocati dall'alluvione in Emilia Romagna: "Mio figlio ha uno stabilimento balneare e quindi il problema ci tocca da vicino. Siamo geneticamente gente laboriosa, ci risolleveremo. Mi ha colpito la coscienza civile dei ragazzi. In tanti si sono messi a disposizione, come volontari, per aiutare".
