Razzismo negli stadi, la Figc mette in campo un piano

Entro il 2030 il calcio vuole cambiare volto senza più discriminazioni: tante idee per la rivoluzione
Razzismo negli stadi, la Figc mette in campo un piano© ANSA
Giorgio Marota
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ROMA - Sentirsi «molto più di un semplice sport» porta benefici ma anche precise responsabilità. La visibilità (il 55% degli adulti è tifoso di calcio), gli introiti, il sedersi a certi tavoli e battere i pugni per vedersi riconoscere dei diritti fanno parte del primo ambito. Per quanto riguarda il secondo, invece, le istituzioni cominciano a chiedersi cosa può fare il pallone per migliorare la vita dei cittadini. La federazione che guida una delle più grandi industrie del Paese, generando un valore economico diretto e indiretto di 11,1 miliardi di euro sul Pil e creando quasi 126 mila posti di lavoro , ha compiuto ieri un passo decisivo in termini di consapevolezza, stilando una serie di azioni rivolte al 2030 nell’ambito della propria “strategia di sostenibilità”.

Figc, la lotta al razzismo

Basandosi sulle indicazioni Uefa e sull’agenda Onu, la Figc ha offerto undici risposte ai macrotemi individuati. Nell’analisi si parte dalla lotta al razzismo, da «sradicare in tutte le sue forme» e in particolare dagli stadi. Il piano antidiscriminazione della Federcalcio è già attivo, insieme a un tavolo di lavoro che coinvolge vari attori (leghe, società, componenti federali) per realizzare campagne e alimentare quel database già presente sugli episodi di razzismo. Il piano è formare le nuove generazioni e punire severamente chi trasgredisce. Nel report, realizzato con la collaborazione di Lundquist, si parla anche di tutela dei minori e dei giovani, con l’obiettivo di garantire all’interno delle varie squadre un ambiente sicuro. Da questo punto di vista, in Via Allegri hanno messo a disposizione una piattaforma online per informare e dare la possibilità di segnalare eventuali problematiche (il 90% di queste riguarda l’abuso psicologico), oltre che una struttura territoriale di supporto e intervento. È sempre più forte, inoltre, necessità di promuovere l’uguaglianza per le pari opportunità: dopo il passaggio al professionismo femminile in Serie A (luglio 2022) , entro il 2025 la Federcalcio vuole aumentare del 50% il numero delle tesserate tra i 5 e i 15 anni di età (oggi sono 13.591 su un totale di 36.552 calciatrici).

Figc, l’attenzione sull’impatto ambientale

Centrale è anche la questione delle barriere ancora esistenti per i diversamente abili. Quella italiana è stata la prima federazione a creare una divisione paralimpica con oltre 3.000 tesserati, ma i progetti esistenti vanno alimentati. La salute (inclusa la lotta all’antidoping), il sostegno ai rifugiati (il progetto “Rete! Refugee Teams ” abbraccia già 6 mila ragazzi) e la volontà nel fornire una risposta rapida e di sistema alle emergenze tramite una task force dedicata (vedi il conflitto in Ucraina e la “spedizione azzurra” per portare in Italia la rappresentativa U17 e farle giocare le qualificazioni europee) sono le altre aree di intervento evidenziate. Sotto il profilo ambientale, la Figc promette inoltre l’adozione di pratiche per minimizzare l’impatto ambientale relativo all’illuminazione degli stadi, ai trasporti, alla produzione dei rifiuti (per ogni partita di calcio ci sono 4,2 tonnellate di rifiuti), al consumo di acqua e allo spreco alimentare . Mentre il rinnovamento delle infrastrutture torna inevitabilmente d’attualità con la scadenza di ottobre per l’assegnazione dell’Europeo 2032: l’Italia è in corsa, e lo è anche la Turchia, e in caso di “vittoria” dovrà mantenere le promesse sull’ammodernamento degli stadi delle città coinvolte nel progetto (Milano, Torino, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli e Cagliari) rispettando parametri di capienza, fan engagement e soprattutto ambientali in un’ottica “green”.

Le parole del presidente federale Gravina

«Assumiamo un impegno importante - il commento del presidente Figc, Gabriele Gravina - nei confronti dei nostri stakeholder e delle nuove generazioni. Oggi, grazie anche all’input arrivato dall’Uefa, intendiamo rilanciare la nostra azione di sviluppo integrale, definendola con obiettivi e metodologie ancora più chiari e organizzati. Per il ruolo e l’impatto che ha nella società civile italiana, il calcio ha una responsabilità che va oltre il gioco e la Figc vuole essere un punto di riferimento per assicurare la competitività del sistema calcistico ed ispirare tutti i suoi attori».


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