Scommesse, ma almeno risparmiamoci le nomination

Leggi il commento sul caso che ha travolto il calcio italiano e soprattutto Fagioli, Tonali e Zaniolo
Fabio Massimo Splendore
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E allora, da ieri pomeriggio sappiamo che almeno fino a martedì il calcio potrà tirare il fiato. Una sorta di tregua per i due impegni della Nazionale. Insomma, dopo le volanti a Coverciano si è riusciti almeno ad ottenere (senza chiederlo, chissà, un atto di clemenza) il rispetto di una “zona franca” da parte di chi ha la notizia di reato relativa al nuovo filone di scommesse illegali nel calcio e la sta centellinando con un timing da reality e affini. Pare si possa fare, la modalità scelta non entra in contrasto con i principi di legge. Hai una notizia di reato? Puoi decidere di spettacolarizzarla dando vita alle nomination da Grande Fratello, agli identikit stile “Soliti Ignoti”, il programma di Amadeus, quello del binocolone. Lo sforzo che però andrebbe doverosamente compiuto è superiore. La questione è piuttosto seria, vada come vada il calcio italiano rischia di aggiungere un’altra figuretta barbina perché comunque a rendersene protagonisti sono, finora, i suoi giovani migliori. E proprio su questo tipo di gestione-suspense della notizia di reato varrebbe la pena allargare l’orizzonte, valutarne i rischi enormi che la modalità (legale sì, ma irrituale) e gli effetti indesiderati o incalcolati possono arrivare a produrre. E che nessuno può permettersi di sottovalutare. Per fare questo bisogna uscire dalla querelle dicotomica garantisti-colpevolisti: qui siamo nel lasso di tempo che precede il giudizio, siamo all’attesa annunciata che porta a conoscere un nuovo, presunto, protagonista di questa storia di scommesse illegali che per ora è già amara così com’è. Speriamo non diventi altro. 

Scommesse e i rischi  

Di sicuro, dopo quello delle plusvalenze, questo è l’altro scandalo del calcio in piena era dei social, che sono diventati un anello portante del modo di comunicare. Il più democratico, per tutti: sappiamo cosa vuol dire nel bene, ma anche nel male. Quando si diceva gogna mediatica... Sembra preistoria. Questa è niente o quasi, a confronto. Perché oggi purtroppo la suddetta gogna si è spostata su un terreno che consente a chiunque di prendere questo o quel personaggio pubblico e in conseguenza di una colpa vera o presunta, magari scegliere di riempirlo di improperi (se non maledizioni) nei confronti dei parenti più stretti: mamme, papà, mogli, figli. E allora pensiamo a quel calciatore che si alza alle 10 di mattina e che sente qualcuno in possesso di una notizia di reato dire o scrivere sul suo blog, sul suo sito (anziché entrare in un ufficio di polizia o in una procura, fare 100 nomi e uscire), «alle 14 svelerò un altro scommettitore: gioca qui, è fatto così...», eccetera eccetera. E magari quell’individuo sa che potrebbe toccare a lui, che ha sbagliato, ha scommesso. Bene, quel ragazzo che si è svegliato alle dieci cosa farà fino alle due del pomeriggio? E se gli capitasse di non reggere al peso della vergogna verso persone care, di non sopportarlo? Saremo esagerati? Ahinoi, in materia a Bologna sono i giorni di un fatto di cronaca da rabbrividire... Oppure potrebbe arrivare il “signor x” nella rete che si fa venire l’idea malsana, pensa di intuire chi è colui che porta il nome da svelare quattro ore dopo, e lo va a cercare, per “insegnargli” che la sua squadra del cuore non può essere macchiata da un viziato che guadagna milioni e ne vuole di più.  Signori, riaccendiamo il cervello: sbagliano e ne rispondono (vediamo su quali terreni di quante giustizie) ragazzi di 20, 21, 22 anni (e questo semmai dovrebbe farci interrogare: una carriera davanti e la leggerezza di poterla pregiudicare). Hanno la stessa età per la quale altri di loro vengono considerati troppo giovani per scendere in campo, almeno qui. E allora leggeri sì, goliardici, superficiali, viziati, colpevoli, vedremo: dateci pure i nomi e si arrivi a un giudizio. Ma la cosa è seria, molto seria: le nomination e il binocolone, quella roba lì non serve proprio.  


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