Scommesse, risparmiateci lo spettacolo

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Alessandro Barbano
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Piove, governo ladro. Fagioli, Tonali e Zaniolo scommettono sui siti clandestini? Sciogliete la Figc. L’incredibile richiesta viene ufficialmente da due dei quattro partiti che compongono la maggioranza di governo, anzi dai due principali azionisti del gabinetto Meloni, la Lega e Fratelli d’Italia. Il partito di Salvini chiede espressamente le dimissioni del presidente Gabriele Gravina con un comunicato la cui aggressività rievoca l’assalto alla diligenza: «Cosa deve accadere ancora perché se ne vada?», si legge nel testo. Il responsabile dello sport del partito meloniano, Paolo Marcheschi, vorrebbe invece il commissariamento da parte del Coni.


Un modo più rozzo per tentare di mettere le mani sul calcio non si poteva inventare. I giocatori che contano almeno una presenza in serie A sono più o meno trecentocinquanta a stagione. Lo stesso numero dei deputati e senatori che hanno votato la fiducia al governo. Chiedere le dimissioni di Gravina perché alcuni talenti strapagati sono affetti da ludopatia sarebbe come chiedere la testa della premier perché due o tre parlamentari della maggioranza fanno uso di cocaina.


È evidente che la richiesta nasconde una motivazione squisitamente politica. Ma anche in questo caso, di tutto può essere accusato il presidente della Federcalcio tranne che di essere politicamente un uomo di parte. Ha traghettato il sistema in anni difficili, affrontando una crisi finanziaria che ha colpito tutto il calcio in Europa, ha gestito con equilibrio la stagione pandemica, ha respinto con fermezza le tentazioni secessioniste della SuperLega in salsa juventina, ha tentato, senza riuscirci fin qui, di convincere la politica a modificare il Decreto Crescita che ha contribuito a riempire le rose e i vivai di stranieri. A questo scellerato vantaggio fiscale si deve in gran parte la crisi della Nazionale e la finanziarizzazione del sistema, a danno della sua componente manifatturiera. Ora la politica che sta a Palazzo vorrebbe cacciare Gravina, per mettere le sue mani sul calcio. Non sarebbe la prova di discontinuità nel metodo, che il Paese si attende dalla nuova maggioranza. Lega e FdI ci ripensino, s’impegnino piuttosto a cambiare il Decreto Crescita e ci risparmino questo spettacolo!


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