Coco shock: "Giocavo da ubriaco. Berlusconi mi tagliò i capelli". E su Capello...

L'ex esterno di Milan e Inter: "Le migliori partite le ho giocando facendo le ore piccole il giorno prima". L'aneddoto su Capello: "Mi disse: 'Se diventi professionista mi taglio le p..."
Coco shock: "Giocavo da ubriaco. Berlusconi mi tagliò i capelli". E su Capello...© ANSA
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Un'intervista tutt'altro che anonima quella che Francesco Coco, ex esterno azzurro, ha rilasciato a So Foot. Una carriera trascorsa tra Milan, Inter, Torino e Barcellona condita da 17 presenze con la maglia della Nazionale maggiore. Oggi, a 46 anni, si confessa senza filtri raccontando alcuni aneddoti clamorosi: “La gran parte delle mie migliori partite le ho giocate senza dormire il giorno prima perché ero fuori con gli amici a far festa e a bere”. L’ex rossonero ha poi proseguito parlando della sua esperienza con Fabio Capello come allenatore: “Ci amavamo e ci odiavamo. Un giorno mi prese da parte e mi disse dritto negli occhi: “Se diventi un professionista, mi taglio le palle”. Poi un anno dopo mi mise lui in prima squadra e mi fece diventare un calciatore professionista. Lo fece per motivarmi“.

"Mi ubriacai la sera prima della sfida contro il Barcellona" 

Coco poi ripercorre i suoi anni al Milan: “Avevo fiducia totale nelle mie doti calcistiche e fisiche nella vita di tutti i giorni. Questa cosa mi ha portato a pensare che avessi il diritto di non essere sempre professionale. Due giorni prima della partita col Barcellona dove segnai anche un gol mi ricordo che uscii fino alle 7, sono tornato a casa ho preso la borsa, mi sono lavato i denti e sono partito per la Spagna. Ero ancora ubriaco. Eppure ti posso garantire che poi giocai una delle partite più belle della mia carriera".

"Quella volta che Berlusconi mi tagliò la frangia"

L'ultimo aneddoto è legato a Silvio Berlusconi: "Io ho sempre avuto i capelli lunghi e mi hanno sempre rotto le palle per questo motivo. Poi un giorno è arrivato Berlusconi in persona a tagliarmi la frangia. Oggi i calciatori arrivano con la borsa all’allenamento, prima era una cosa non ammissibile. Se lo facevi ti etichettavano come un ribelle“.


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