Agenzia governativa: siamo alla resa dei conti. L'esecutivo va avanti

Ieri il tavolo dal ministro con calcio e basket, il nodo è sulle nomine politiche. Abodi: "L'ente sarà tecnico e indipendente". La posizione della Figc pressata da Fifa e Uefa
Giorgio Marota
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ROMA - La resa dei conti, nel senso di assunzione di responsabilità ma pure di tentativo di spezzare la lunga catena dei debiti, è in arrivo. Lo sport italiano protesta per l’agenzia di vigilanza sulle società professionistiche voluta dal governo, ma la politica va avanti su questa strada. Nonostante ciò, il ministro Abodi ieri ha convocato un incontro nei suoi uffici e ne è uscito dicendo di aver "ascoltato e raccolto la posizione e i suggerimenti" di Figc, Federbasket e leghe. Secondo i più, il dato sarebbe già tratto anche a causa delle posizioni più oltranziste del titolare dell’Economia, Giorgetti, che diverse voci di palazzo descrivono come il primo ad aver dato l’input affinché la politica si prendesse carico di quei bilanci calcistici disastrati (3 miliardi di perdite) che mettono in imbarazzo il Paese. Non a caso, parlando di giustizia e problemi economici dei club, Giorgetti un anno fa disse: "Avevamo confidato che il sistema sportivo riuscisse ad autonormarsi, ma è evidente che il sistema non possa più funzionare". E se fosse stato un avvertimento? Curiosamente fu proprio lui a volere Sport e Salute nel 2019, riducendo già potere e ambiti di manovra del Coni. 

Questione di authority

Ieri, comunque, il pallone si è presentato da Abodi condividendo un “no” unanime all’agenzia governativa e ne è uscito, come sempre, spaccato con le sue varie anime. Il presidente della Figc, Gravina, ha rivendicato ad esempio l’importanza di tenere in vita la Covisoc, la commissione di vigilanza che sparirebbe con la nuova agenzia e che "fin qui ha lavorato benissimo tanto tanto da avere negli ultimi 20 anni solo due ricorsi accolti al Tar e due al Consiglio di Stato". "Abbiamo chiesto al governo di dare eventualmente dei principi ai quali noi possiamo attenerci», ha aggiunto. «Questa però è una proposta del presidente federale", ha subito preso le distanze Casini. Palazzo Chigi sarebbe anche disposta a “cedere” la decisione sui criteri da adottare per le licenze alla federazione, ma sul controllo dei conti pretende un’autorità esterna. Il nodo è anche sulle nomine. "Noi non le faremmo" si è sfilato il presidente del Coni, Malagò. E se le determinasse il Parlamento tramite le commissioni (o istituendo un albo), anziché il presidente del consiglio o il ministro dello sport? Potrebbe essere un punto di caduta. "L’agenzia govenativa è comunque una ingerenza della politica" ha proseguito il numero uno della Lega di A. Che poi, tornando, sulla dura lettera di mercoledì tramite la quale Milan, Inter, Juve e Roma hanno preso le distanze dalla maggioranza dell’assemblea sul format ha detto che "c’è stata solo un’incomprensione e loro non sono contro di me". In realtà la spaccatura è ampia e le cosiddette big non vogliono più accettare passivamente le scelte ispirate dalla maggioranza a trazione Lotito-De Laurentiis. "Casini è il miglior presidente che abbiamo avuto negli ultimi vent’anni, con lui dobbiamo andare verso l’autonomia totale" ha detto ieri Adl.

Agenzia governativa, un "garante stile antitrust"

Dal tavolo è emersa dunque la possibilità che l’ente possa trasformarsi in un garante in stile antitrust. Il presidente della B, Balata, ormai all’opposizione di Gravina al punto da riflettere su una possibile candidatura alla guida della Federcalcio, si è detto sicuro che la vigilanza "verrà sviluppata attraverso la costituzione di un’authority indipendente". "Sarà un’autorità tecnica e indipendente - ha spiegato Abodi - alla quale delegare i controlli sulla gestione finanziaria. Presenteremo il decreto legge in uno dei prossimi consigli dei ministri". In calendario ne è stato fissato uno per il 20 maggio. Il governo non intende indietreggiare sulle funzioni dell’organismo, finanziato dagli stessi club con 2,5 milioni l’anno, che tra le sue funzioni dovrebbe effettuare verifiche, ordinare ispezioni e dare pareri vincolanti sulle iscrizioni. Durante l’incontro, al quale ha partecipato anche il basket professionistico tramite il presidente Fip, Petrucci, e il numero uno della Lega, Gandini, Gravina ha informato Abodi che Uefa e Fifa hanno chiesto "spiegazioni urgenti" tramite una lettera. Un’agenzia dello Stato si metterebbe "in contrasto con il divieto assoluto di interferenza politica - spiega la Figc - sancito dagli articoli 14 e 15 dello Stato Fifa, oltre alla regola 24.6 della Carta Olimpica". 


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