Per scaramanzia non vuole parlare di un'altra coppa, visto che in fondo è pur sempre un tifoso e visto che l'ostacolo che attende l'Inter stasera non è per niente facile. Ma Alberto Marzari, tatuatore tra gli altri di José Mourinho (gli ha disegnato lui le tre coppe europee vinte, unico ad averlo fatto) ha collaborato con la società nerazzurra dopo lo scudetto disegnando migliaia - davvero migliaia - di stelle ai tifosi. Se arrivasse un altro trofeo sarebbe pronto a una dose di lavoro extra (anche a un viaggio last minute in Arabia per la finale) visto che non solo i tifosi, ma anche i calciatori, sono ormai suoi clienti abituali.
L'Inter e le due stelle: i racconti del tatuatore
"Questo - racconta Marzari - è stato un anno letteralmente stellare. Tatuo da 10 anni e seguo l’Inter da 34 e non ho memoria di un momento così forte da essere celebrato sulla pelle di così tante persone come la seconda stella. L’avrei dovuto capire dai festeggiamenti che sono stati addirittura maggiori al Triplete. Forse ora c’è più voglia di calcio e di tifo rispetto ad allora. E sicuramente i tatuaggi sono più sdoganati ora che 14 anni fa". Anche perché adesso i social hanno preso il sopravvento e quindi tatuarsi sì, farlo vedere al mondo anche: "Le stelle sono state davvero tante, mai vista una cosa così, un firmamento (ride, ndr). Poi con il tattoo all’interno del video ufficiale della presentazione della nuova maglia e con l’evento ufficiale dove tatuavo all’Inter Store ho toccato letteralmente il cielo con un dito".
Inter, il retroscena su Barella e la crema anestetica
Un po' come quando ha tatuato Mourinho, il suo eroe, a Roma. Ha disegnato sul suo braccio Champions, Conference ed Europa League, l'unico allenatore a vincerle. "Della rosa attuale ho tatuato Barella e Dimarco. Come nerazzurri del passato ricordo sempre con piacere capitan Ranocchia, Candreva, Politano, Pinamonti, Benny Carbone, Evaristo Beccalossi e ovviamente lo Special One Mourinho. Non nego che mi piacerebbe tatuare la Champions a Lautaro. Mentre mister Inzaghi rimarrà solo un sogno, invece, perché mi ha detto che non ama i tatuaggi". Lo studio di un tatuatore, spesso, è anche un confessionale e quindi Marzari svela pochissimo dei suoi clienti: "Barella è uno dei pochi che non usa crema anestetica da vero guerriero qual è in campo, non dico altro".
Tra tifo e scaramanzia
Impossibile, infine, non chiedere quale sia stata in questi anni la richiesta più strana legata al tifo: "Beh, noi tifosi spesso siamo scaramantici ma citerei direi il mio amico Roberto che s’è tatuato la seconda stella a marzo dell’anno scorso. E poi è successo due anni che fa che per gioco due tifosi di Inter e Milan prima delle semifinali si tatuassero le rispettive sciarpe, nerazzurra una e rossonera l’altra, con scritto in bianco Istanbul 23. Poi visto com’è andata al milanista ho ripassato di rosso e nero le lettere rendendola una normale sciarpa del Milan mentre il tifoso dell’Inter ha voluto mantenere il ricordo della finale seppur persa come a dire - conclude Marzari - è stato bello arrivarci e sognare".