Laporta passa al contrattacco: «Il Barça non ha mai pagato nessun arbitro, il Real..."

Il numero uno blaugrana ha respinto tutte le accuse e ha puntato il dito contro Real Madrid, Legacalcio e Uefa per aver alimentato la campagna di discredito contro il Més que un Club.
Laporta passa al contrattacco: «Il Barça non ha mai pagato nessun arbitro, il Real..."© Getty Images
Andrea De Pauli
6 min

BARCELLONA (SPAGNA) - Ci ha messo oltre due mesi dall’esplosione del Caso Negreira prima di fornire una versione ufficiale, ma conclusa la scrupolosa indagine interna per ricostruire nei dettagli l’inopportuna relazione tra il Barça e l’ex vice presidente del Comitato Tecnico degli Arbitri, José Maria Enriquez Negreira, che dal Més que un Club ha ricevuto, nel corso di almeno 18 anni, 7 milioni e mezzo di euro per i suoi servizi, Joan Laporta ne ha per tutti e passa a un deciso contrattacco. «Il barcellonismo sta soffrendo una campagna di discredito dell’immagine vergognosa. In 125 anni di storia siamo sempre stati un modello di correttezza. Nessuna campagna orchestrata contro di noi impedirà al Barça di rimanere un punto di riferimento per lo sport mondiale e per essere acclamato da milioni di tifosi».

TUTTO SULLA LIGA

Pubblica gogna

«È un caso che si riferisce a diversi anni fa e non c’entra nulla con l’attuale giunta direttiva, ma riteniamo giusto prendere comunque posizione contro questi vergognosi attacchi che abbiamo sofferto in questi ultimi due mesi», la premessa di Laporta. «Avrei voluto parlare subito, per difendere il club, ma abbiamo ritenuto più saggio realizzare prima un’accurata indagine interna». Raccolti tutti i dati, così, il presidente blaugrana si sente pienamente autorizzato a metterci la faccia: «Voglio essere chiaro: il Barcellona non ha mai realizzato nessuna azione che avesse come obbiettivo o come intenzione quella di alterare i risultati con il fine di alterare una competizione sportiva. La stessa procura non ha potuto apportare documenti che possano dimostrare che ci sia stato un reato di corruzione, per il semplice fatto che non è mai successo». 

Non c’è nulla

Laporta, poi, ha mostrato le conclusioni presentate dalla stessa procura, dove si spiega che, in effetti «non si sono identificate condotte che possano provare la corruzione sportiva». L’avvocato catalano ha voluto chiarire, poi, che «il fatto di aver assunto un ex arbitro per delle consulenze sul mondo arbitrale non costituisce alcun delitto. Ci sono fatture dettagliate che provano la regolarità di questa collaborazione. È stato tutto molto trasparente. Non c’è mai stata nessuna intenzione di occultare nulla». Messi i puntini sulle i, Laporta ha concluso di avere «piena fiducia nella Giustizia e che le accuse vanno dimostrate in tribunale, perché esiste una presunzione di innocenza. Ci hanno condannato attraverso un linciaggio pubblico prima del giudizio. Pretendo la massima responsabilità da parte dei mezzi di comunicazione». 

I nemici

Poi, inizia il vero e proprio contrattacco di Laporta: «Voglio sottolineare la condotta intollerabile e irresponsabile del presidente della Legacalcio, Javier Tebas, che non perde occasione per attaccarci. Il fatto che alimenti tanto questa polemica, dando valore a informazioni false, non fa che danneggiare la competizione. Ringrazio, invece, il presidente della Federcalcio, Rubiales, e quello della Fifa, Infantino, che hanno mantenuto una posizione più prudente, evitando di partecipare a questo linciaggio pubblico». Laporta, poi, ha proseguito. «Non riusciranno mai a prendere possesso del Barça, come mirano a fare. Il Barça è dei suoi soci, rappresenta la catalanità aperta al mondo ed è rispettato da milioni di tifosi. Non risuciranno a farci perdere la nostra credibilità, anche se i danni morali che abbiamo subito sono enormi. Ma, ora, verrà fuori la verità e noi ci riserviamo tutte le azioni legali per ottenere un risarcimento per i danni economici che stiamo soffrendo. E parliamo di molti milioni». 

L'appello

Laporta, poi, ha voluto riassumere la posizione del Barça, senza risparmiare un duro attacco contro gli eterni rivali: «Non abbiamo commesso alcun delitto. Non esiste corruzione sportiva. Negreira prestava un servizio ed era retibuito in modo trasparente, superando tutti i controlli fiscali. Non aveva alcun potere nelle designazioni e nella possibile alterazione dei risultati. Voglio ricordare poi la posizione del Real Madrid, che si è costituito parte civile dopo essere stato il club storicamente più favorito, perché legato a un regime. Per sette decenni i massimi dirigenti degli arbitri sono stati ex dirigenti, soci o ex giocatori del Real Madrid. E ora dicono di sentirsi danneggiati dalla condotta del Barça. Si tratta di un esercizio di cinismo senza precedenti». Non manca un ragionamento sul momento non casuale in cui è scoppiata la polemica. «Anche la tempistica dello scandalo non ci sembra casuale. Esce ora che stiamo uscendo dalla crisi e che siamo vicini a vincere la Liga. Ci vogliono destabilizzare. E non è casuale neppure che Tebas, in un momento in cui striamo lavorando per la creazione di un grande torneo europeo, abbia fatto di tutto per coinvolgere la Uefa, affinché prenda posizione contro di noi. È l’attacco più feroce che abbiamo mai sofferto. Per questo chiedo a tutte le nostre socie e ai nostri soci di rimanere a lato del club, del suo modello di proprietà, delle nostre giocatrici e dei nostri giocatori. Chiedo unità, perché il Caso Negreira non è un caso di corruzione».

CLASSIFICA LIGA


© RIPRODUZIONE RISERVATA