La Nazionale Femminile ha vissuto ieri una giornata storica. Allo stadio Curva Fiesole, in mezzo al Viola Park, nuovo cuore pulsante della Fiorentina, gli occhi sono tutti per una juventina, la numero tre con la fascia al braccio. C’è Italia-Irlanda, è soprattutto il giorno di Sara Gama, che a 18 anni dal suo debutto in azzurro conclude la sua epopea in Nazionale. È il 50’ quando la lavagnetta dell’assistente segnala il suo numero. La partita si ferma per un paio di minuti: i millecinquecento presenti (tante bambine sugli spalti) si alzano in piedi, spunta anche uno striscione, «Grazie Sara»; le compagne si dispongono ai lati del centrocampo e salutano con un passillo de honor una delle calciatrici più importanti della storia della Nazionale Italiana. «Gama è un simbolo per il nostro calcio non solo come calciatrice perché è riuscita a catalizzare le attenzioni della politica per introdurre il discorso sulle pari dignità di diritti del calcio femminile». Lo ha detto ai microfoni di RaiSport il presidente della Figc Gravina, presente a Firenze e in campo, per consegnarle la maglia numero centoquaranta, come le sue presenze in Nazionale.
Addio Gama, passaggio di consegne
Gama lascia dopo quasi vent’anni in azzurro, con un Mondiale e quattro Europei disputati. Saluta il gruppo di Soncin, l’allenatore che l’ha rivoluta tra le convocate all’inizio di un ciclo che proseguirà con le qualificazioni a Euro2025. Il pomeriggio del Viola Park va ben oltre all’amichevole disputata contro un’Irlanda tignosa, capace di incartare le azzurre per tutti i novanta minuti. Sa di passaggio di consegne, la fine di un’era per le azzurre: Gama, visibilmente emozionata al momento del cambio e ancor di più al triplice fischio quando sono spuntate una ventina di parrucche con boccoli castani indossate dalle compagne per omaggiarla, continuerà a giocare per la Juventus e a essere referente del movimento femminile. In campo, la fascia passa a Cristiana Girelli, un’altra delle senatrici azzurre. Ma l’impressione è che il futuro passerà soprattutto dai piedi di Giulia Dragoni (2006), scuola Inter e Barcellona. Una che quando Gama debuttava in Nazionale doveva ancora compiere un anno.