Raiola: «Pogba resta alla Juventus»

Il manager del centrocampista: «Non è detto che parta, anzi»
Raiola: «Pogba resta alla Juventus»© Getty Images
Antonio Barillà
3 min

MOENCHENGLADBACH - Occhi addosso. Il prezzo della classe. Grandi e bambini, anche qui al Borussia Park, cercano con insistenza la cresta bionda di Paul Pogba. Temuto e atteso, perché capace d’incantare: l’eco delle critiche non è arrivato in Germania, nessuno discute di discontinuità e leziosità, si parla solo d’un ragazzo di 22 anni che agguanta palloni in cielo e sa accarezzarli e scagliarli in porta. Come ha fatto sabato nel derby. Adesso la Champions, la possibile svolta: il francese vuole una grande prestazione per urlare che il periodo oscuro è alle spalle, che sa essere leader anche se troppe pressioni sono ingiuste, che non s’è per niente imborghesito. L’occasione, anche, per riassaporare il gol in Europa: due sole reti in 35 partite, una in Euroleague e una in Champions. Paul è concentrato, con le sue cuffie e la sua voglia di ribellarsi, soprattutto di aiutare la Juve a ritrovarsi: il suo mondo è bianconero, l’ha detto e ridetto, peccato che i gossip ne sovrastino la voce, oggi giurando che è promesso al Barcellona e domani sostenendo che lo tenta il Psg, sibilando che il Chelsea ha chiamato Marotta o che il suo manager l’ha offerto al Bayern Monaco.

Proprio Mino Raiola, in realtà, quello dei paragoni con Monet e dei mille ammiccamenti, ha detto chiaro e tondo che Paul può rimanere, rincuorando quattordici milioni di tifosi: «Non abbiamo deciso di andar via a fine stagione, potrebbe rimanere un altro anno. E non c’è alcun pre-accordo con nessuno. Paul ha scelto di rinnovare, quando arriveranno il progetto giusto e la squadra giusta, allora potremo valutare ma chi vuole Pogba deve trovare l’accordo con la Juventus. C’erano tre club che avevano messo sul piatto 85 milioni più bonus: lui aveva deciso di rimanere». Un cenno alla rinascita, alle voci sul motivatore innescate dal +5 disegnato accanto al 10 sulla maglia e mimato dopo il gol al Torino: «Non c'è nessun motivatore, le motivazioni derivano dalla famiglia e dalla voglia di diventare il migliore al mondo». Ancora mercato: «Quanto vale? Sta alla Juve valutarlo. L’anno scorso hanno detto pubblicamente che sotto i 100 milioni non se ne parlava, magari il prossimo varrà ancora di più. Sta tornando ai suoi livelli dopo un inizio difficile e in cui è stato giustamente criticato, anche se la squadra non girava. I grandi campioni devono saper uscire dai momenti difficili, l'unica cosa che può fare è lavorare di più e stare sereno. La lista dei 23 per il Pallone d'Oro? Non so, è una di quelle competizioni sempre strane: Ibrahimovic non l’ha mai vinto e questo fa sì che perda di credibilità».

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