La Roma vira su De Zerbi. Baldini vuole Fonseca

Ieri summit dei dirigenti giallorossi insieme con Totti nella sede dell’Eur. Valutati i diversi identikit e le qualità dei candidati alla panchina
La Roma vira su De Zerbi. Baldini vuole Fonseca© LAPRESSE
Roberto Maida
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ROMA - Se la Roma è un’opera d’arte, come qualche adoratore nostalgico sostiene, tutti coloro che vi si accostano rischiano di crollare in preda alla Sindrome di Stendhal: ne sembrano attratti, ma al momento di guardarla da vicino si tirano indietro per non rimanerne stregati. E così diventa persino comprensibile l’imbarazzo di un gruppo di stimati professionisti che ieri, collegati in conference call con Baldini, si sono riuniti per ore nella sala a vetri della sede dell’Eur per trovare una soluzione: da un paio di giorni avevano capito che Gasperini non avrebbe lasciato l’Atalanta, ma non hanno ancora individuato un’alternativa che metta tutti d’accordo. Al meeting ha presenziato anche Totti. Segno che forse, stavolta sul serio, l’idea di coinvolgerlo sta diventando concreta.

LA PISTA ITALIANA - Ci si divide soprattutto sotto l’aspetto ideologico. Meglio un altro allenatore italiano, necessariamente di cabotaggio inferiore a Gasperini (per non parlare di Conte), oppure uno straniero? Nella prima urna il nome favorito è quello di Roberto De Zerbi, fresco di salvezza tranquilla alla guida del Sassuolo. Il suo stile di gioco propositivo, «attrattivo e arrogante» per usare aggettivi cari a Baldini, è giudicato una base interessante su cui impostare la ricostruzione della squadra, che avrà meno campioni affermati e più giovani rampanti. [...] De Zerbi non lascia una società che gli lascia ampio margine di manovra, nella quale ha trovato totale disponibilità e applicazione da parte dei calciatori, per gestire un momento di grave ridimensionamento in un grande club. Rischierebbe di bruciarsi dopo un solo campionato intero di Serie A. E allora la Roma dovrebbe convincerlo con quelle prospettive tecniche e gestionali che non hanno incantato Gasperini. Sugli altri italiani: Rino Gattuso ha avuto un colloquio con Baldissoni qualche mese fa ma poi non è stato più interpellato; la fantasia social di un ritorno di Spalletti non ha alcun fondamento; Mihajlovic non è ritenuto proponibile, vista la sua dichiarata passione laziale. Col senno di poi, sussurra qualcuno dalla riunione dell’Eur, sarebbe stato meglio non liquidare in anticipo Ranieri, gradito alla piazza già ferita dall’addio di De Rossi.

LA PISTA STRANIERA - Spostandoci oltre confine, un profilo in particolare ha attirato l’attenzione: si tratta di Paulo Fonseca, allenatore portoghese sfidato e battuto nella gloriosa Champions League targata Di Francesco. E’ rimasto allo Shakhtar, dove ha vinto il terzo campionato ucraino in tre anni, e ha un contratto che scade nel 2020. Ma non avrebbe problemi a liberarsi, come ha confessato il ricchissimo presidente dello Shakhtar Rinat Akhmetov: «Se Paulo volesse andare via per ambizione, lo lascerei andare. Darebbe lustro anche alla nostra società, certificandone il lavoro di crescita. C’è un’intesa morale tra noi due. E ormai allo Shakhtar vale per tutti, anche per i giocatori. Non trattengo nessuno a forza». Baldini apprezza Fonseca già dai tempi del Braga dove, tre anni fa, conquistò una Coppa del Portogallo.

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