Il decreto crescita favorirà la Juve nell'affare De Ligt

Il difensore olandese guadagnerà 9,5 milioni di base: ne verserà 1,6 di Irpef. Sui bonus invece...
Il decreto crescita favorirà la Juve nell'affare De Ligt© Getty Images
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Guadagni 12 milioni di euro, ma potresti pagare le tasse soltanto su 6 milioni di euro. Sulla metà. Risparmiando sul 730 circa 2,5 milioni di euro. Molto probabilmente i tifosi juventini dovranno ringraziare una norma del decreto Crescita appena approvato in Senato, se Matthijs de Ligt si appresta a scegliere la maglia bianconera e non quella di top club più ricchi e vincenti come Barcellona e Psg.

De Ligt, i motivi del risparmio

Infatti, nel pacchetto c’è una leggina che, attraverso sgravi fiscali, ha l’obiettivo sia di facilitare il rientro dei cervelli italiani scappati dall’estero sia di attrarre nel nostro Paese imprenditori, manager, professionisti stranieri che possano contribuire alla crescita del Belpaese. Basta, una volta arrivati, da noi comprare casa e mantenere la residenza per almeno due anni. E tra i lavoratori stranieri da “impatriare” ci sono anche gli sportivi. Che però si ritrovano con uno sconto minore: a differenza degli altri lo sgravio non è del 70 per cento sulla base imponibile, ma soltanto del 50. Inoltre non possono ottenere ulteriori benefici destinati a chi sceglie il Sud (il taglio è del 90 per cento) e a chi ha figli piccoli a carico (in questo caso il regime viene esteso per altri 5 anni). In più, solo gli atleti sono chiamati a pagare all’Erario uno 0,5 per cento dell’imponibile. Non mancano però alcune avvertenze: l’atleta che va via dall’Italia prima dei due anni, rischia di dover restituire l’incentivo già incassato. Non si comprende ancora se la norma sarà in vigore dal 2020 o già da quest’anno. Last but non least, l’Unione europea, come provò a fare con la spagnola legge Beckham, potrebbe considerare la cosa come aiuto di Stato e per questo bloccarla.

Juve, i conti per De Ligt

Tornando a De Ligt, e provando a fargli due conti in tasca, se come pare ha strappato nel suo contratto una parte fissa dello stipendio da 9,5 milioni di euro all’anno, allora finirebbe per versare di Irpef 1.612.500 euro. Con il risultato di risparmiare una cifra simile rispetto a quanto prevedono le norme attuali. Ma poi c’è la parte variabile del salario - si dice pari a 4,5 milioni di euro - legata ai premi e al raggiungimento degli obiettivi. In nome del cosiddetto welfare aziendale lo Stato italiano applica un’aliquota del 10 per i bonus entro i 3.000 euro. Non è il caso dell’olandese, che però dovrebbe vedersi applicare l’aliquota massima del 43 per cento. Ora resta da capire se il bonus per gli “impatriati” riguarderà anche questo pezzo di salario. In attesa dei decreti attuativi e delle circolari dell’Agenzia delle entrate De Ligt può sperare in un ulteriore sconto fiscale di 966.855 euro. Totale, circa due milioni e mezzo.


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