MILANO – Una rosa ricca e abbondante per affrontare una stagione intasata ed evitare di ritrovarsi con gli uomini contati, come accaduto l’anno scorso e non solo. Ecco com’era uscita l’Inter dall’ultimo mercato. Beh, dopo nemmeno 3 mesi, i nerazzurri si ritrovano fuori dall’Europa e in corsa in sole due competizioni, campionato e Coppa Italia. Insomma, la realtà è che ora quell’organico è sovradimensionato, con il concreto rischio che diversi elementi (anche pesanti) possano finire fuori dalle rotazioni. Attenzione, è vero che fino a metà febbraio si andrà avanti comunque con i 3 impegni a settimana, almeno per chi arriverà in semifinale di Coppa Italia, ma poi? Quando ricominceranno Champions ed Europa League, l’Inter sarà in campo solo nel week-end. E, a quel punto, le anche abbondanti rotazioni effettuate da Conte in queste settimane saranno solo un ricordo.
Il nodo del monte ingaggi
Significa che a gennaio si dovrà sfoltire. Qualcuno era già in partenza, come Vecino, Nainggolan e ovviamente Eriksen, ridotto a giocare solo gli ultimi spiccioli di gara. A questo punto, c’è da credere che non ci si fermerà qui. Potrebbe partire un difensore, ma anche Pinamonti, che il tecnico non ritiene pronto e che, senza Europa, non è nemmeno più utile per la lista Uefa. Intanto, non ci sarà più il veto sui prestiti. A patto che comportino una riduzione del monte ingaggi - aspetto divenuto ancora più fondamentale adesso che sono venuti a mancare una parte dei ricavi legati alle Coppe -, verranno autorizzate pure le cessioni a titolo temporaneo. E, come già emerso, sarà determinante trovare l’incastro giusto per mettere in piedi qualche scambio. Insomma, non sarà una sessione facile per il tandem Marotta-Ausilio, che dovrà subire pure le pressioni di Conte per almeno un paio di innesti. L’allenatore leccese, infatti, Champions o non Champions, continua a ritenere che a centrocampo manchi un Kantè, ovvero un mediano con caratteristiche di rottura, e che là davanti ci vorrebbe sempre un vero vice-Lukaku.