Chi può spendere di più sul mercato in A? Napoli e Milan, colpi in arrivo

L’assenza di debiti consente ai due club un mercato di alto profilo. Anche Atalanta e Fiorentina vivono in uno stato d’equilibrio economico. Paletti per la Juve, situazione seria per la Roma: conti da riordinare
Chi può spendere di più sul mercato in A? Napoli e Milan, colpi in arrivo

Che mercato sarà la sessione estiva 2023 che si aprirà il 1° luglio e durerà due mesi, per chiudersi (come è ormai tradizione) a campionato ben avviato? Cosa possono aspettarsi i tifosi dei maggiori club dalla lunga estate? Sarà una replica dell’asfittico 2022-’23, il primo con saldo attivo tra entrate (878 milioni) e uscite (851)? Oppure torneremo agli anni in cui la Serie A si collocava tra i net spenders europei, seppure con potenza di fuoco limitata rispetto alle corazzate di Premier? In linea di massima, la stagione appena conclusa ha regalato soddisfazioni sul fronte dei ricavi. Da un lato, tre squadre in finale, una in semifinale e una ai quarti garantiscono alla Serie A un volume di entrate Uefa (oltre 300 milioni in totale) come non si vedeva da moltissimi anni. In più, la riapertura degli stadi, dopo le restrizioni, ha regalato un’affluenza record. La Serie A ha attratto complessivamente 11,2 milioni di spettatori: +62% rispetto ai 6,9 milioni di un 2021-’22 falcidiato dalle capienze ridotte. A questi vanno aggiunti i ricchi incassi delle serate di Champions: circa 9 milioni a partita, per le milanesi, l’incasso dei turni a eliminazione diretta. Il problema è che molti club arrivano all’appuntamento in affanno, sotto la zavorra di strutture economiche molto appesantite, bilanci in perdita o parametri finanziari che destano allarme. Juventus, Inter, Milan e Roma devono pure rispettare i paletti del settlement agreement con l’Uefa, impegnandosi a portare il rapporto tra i costi della rosa e i ricavi sotto limiti prefissati, cioè sostanzialmente a pareggiare il bilancio entro pochi anni. Impresa non facile, per molti. Napoli e Milan, Atalanta e Fiorentina sono sicuramente in una posizione migliore rispetto a Juventus, Inter e alle romane, perché non hanno debiti e possono considerare l’equilibrio economico (cioè il pareggio di bilancio) un obiettivo realistico, in qualche caso già raggiunto.

Cosa farà il Napoli sul mercato

Il Napoli viene da due bilanci in perdita (-110 milioni complessivi): una situazione abbastanza inusuale per il club azzurro, figlia dei due anni di assenza dalla Champions. Gli investimenti dell’estate scorsa, sostenuti da cessioni (quindi a saldo addirittura positivo) hanno ripagato con uno scudetto che ha riempito il Maradona e un quarto di finale Champions che ha riportato i ricavi ‘22-’23, certamente, ben sopra i 200 milioni, forse intorno a 250. L’assenza di debiti finanziari consente a De Laurentiis di reinvestire i possibili proventi di qualche cessione che si profila: se un club estero pagherà la clausola da 58 milioni per Kim, il Napoli registrerà una plusvalenza importante, oltre a un introito finanziario, ma tutti i calciatori della rosa sono stati valorizzati dalla magnifica stagione disputata. Se dovesse arrivare l’offerta da oltre 100 per Osimehn, il mercato azzurro potrebbe diventare pirotecnico.

Mercato, la situazione del Milan

Il Milan si avvia a chiudere il bilancio in utile. Non accadeva dal 2006 ma in quella occasione c’era voluta la cessione di Shevchenko al Chelsea mentre ora è la gestione RedBird a raccogliere i frutti di una politica (attuata già da Elliott) molto attenta, pur senza cessioni importanti. La semestrale (al 31 dicembre) appena chiusa con 10 milioni di profitto prospetta un bilancio ‘22-’23 in utile molto significativo. Se la politica resterà quella degli ultimi anni, la cassa formata dalla gestione (almeno 70-80 milioni) potrà essere investita sul mercato. Ciò significa che il nuovo comitato che gestirà collegialmente il mercato potrà forse destinare una parte di questa somma al mercato estivo, mantenendo per gennaio 2024 una riserva che mancava l’anno appena trascorso. La disponibilità di cassa consente di puntare profili di qualità.

Inter, una finale d'oro

Grazie alla finale di Istanbul l’Inter incasserà 100 milioni dall’Uefa (contro i 62 del ‘21- ’22) mentre l’affluenza travolgente del pubblico potrebbe portare i ricavi da box office oltre 60 milioni (contro 34). In totale fanno 70 milioni in più, mentre la vicenda Digitalbits (parzialmente mitigata dall’accordo in extremis con Paramount) potrebbe farne perdere una ventina. Il monte ingaggi si abbasserà sensibilmente, perché diversi giocatori costosi sono in partenza o a fine contratto. L’Inter viene da un rosso ‘21-’22 di 140 milioni, alleggerito solo grazie alle cessioni di Hakimi e Lukaku. Zhang ha appena utilizzato 10 dei 275 milioni ottenuti in prestito da Oaktree. In totale sono ora poco più di 100 quelli utilizzati per finanziare l’Inter ma, ovviamente, il club nerazzurro è vincolato anche dalla necessità di rispettare il settlement agreement. Difficile che un mercato di acquisti (e l’Inter deve farne) possa essere sostenuto senza cessioni. Il saldo zero sarebbe un risultato comunque ambizioso se l’obiettivo resta quello di ridurre lo squilibrio tra costi e ricavi.


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Roma, il problema è il bilancio

La Roma ha problemi di bilancio molto serio: 219 il passivo 2021-’22. Una montagna da scalare per rispettare il percorso di rientro imposto dal Fair Play Finanziario. Il tema non è la disponibilità degli azionisti a finanziare il passivo ma quello di riordinare conti, da sempre, squilibrati. Già entro il 30 giugno il club dovrà trovare il modo di ridurre di circa 28 milioni la perdita in formazione quest’anno ed è chiaro che - in queste condizioni - il mercato potrà essere fatto soprattutto con parametri zero, come del resto l’anno scorso. La mancata qualificazione Champions complica maledettamente la situazione.

Lazio, il problema è l'indice di liquidità

La Lazio può contare sui milioni certi che ricaverà dalla Champions, un elemento che modifica in senso positivo la posizione del club reduce da alcuni bilanci poco brillanti. Se non ha problemi (al momento) di Fair Play Finanziario, ne ha con l’indice di liquidità che turba, da sempre, il sonno dei tifosi. Per certi versi, una situazione speculare alla Roma che ha mezzi finanziari ma limiti economici. La situazione potrebbe sbloccarsi con qualche uscita perché gli incassi futuri della Champions non possono essere utilizzati oggi automaticamente per riequilibrare la situazione. Milinkovic sembra in rampa di partenza e Lotito potrebbe avere un gran bisogno dei milioni che ricaverebbe da una cessione.


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Che mercato sarà la sessione estiva 2023 che si aprirà il 1° luglio e durerà due mesi, per chiudersi (come è ormai tradizione) a campionato ben avviato? Cosa possono aspettarsi i tifosi dei maggiori club dalla lunga estate? Sarà una replica dell’asfittico 2022-’23, il primo con saldo attivo tra entrate (878 milioni) e uscite (851)? Oppure torneremo agli anni in cui la Serie A si collocava tra i net spenders europei, seppure con potenza di fuoco limitata rispetto alle corazzate di Premier? In linea di massima, la stagione appena conclusa ha regalato soddisfazioni sul fronte dei ricavi. Da un lato, tre squadre in finale, una in semifinale e una ai quarti garantiscono alla Serie A un volume di entrate Uefa (oltre 300 milioni in totale) come non si vedeva da moltissimi anni. In più, la riapertura degli stadi, dopo le restrizioni, ha regalato un’affluenza record. La Serie A ha attratto complessivamente 11,2 milioni di spettatori: +62% rispetto ai 6,9 milioni di un 2021-’22 falcidiato dalle capienze ridotte. A questi vanno aggiunti i ricchi incassi delle serate di Champions: circa 9 milioni a partita, per le milanesi, l’incasso dei turni a eliminazione diretta. Il problema è che molti club arrivano all’appuntamento in affanno, sotto la zavorra di strutture economiche molto appesantite, bilanci in perdita o parametri finanziari che destano allarme. Juventus, Inter, Milan e Roma devono pure rispettare i paletti del settlement agreement con l’Uefa, impegnandosi a portare il rapporto tra i costi della rosa e i ricavi sotto limiti prefissati, cioè sostanzialmente a pareggiare il bilancio entro pochi anni. Impresa non facile, per molti. Napoli e Milan, Atalanta e Fiorentina sono sicuramente in una posizione migliore rispetto a Juventus, Inter e alle romane, perché non hanno debiti e possono considerare l’equilibrio economico (cioè il pareggio di bilancio) un obiettivo realistico, in qualche caso già raggiunto.

Cosa farà il Napoli sul mercato

Il Napoli viene da due bilanci in perdita (-110 milioni complessivi): una situazione abbastanza inusuale per il club azzurro, figlia dei due anni di assenza dalla Champions. Gli investimenti dell’estate scorsa, sostenuti da cessioni (quindi a saldo addirittura positivo) hanno ripagato con uno scudetto che ha riempito il Maradona e un quarto di finale Champions che ha riportato i ricavi ‘22-’23, certamente, ben sopra i 200 milioni, forse intorno a 250. L’assenza di debiti finanziari consente a De Laurentiis di reinvestire i possibili proventi di qualche cessione che si profila: se un club estero pagherà la clausola da 58 milioni per Kim, il Napoli registrerà una plusvalenza importante, oltre a un introito finanziario, ma tutti i calciatori della rosa sono stati valorizzati dalla magnifica stagione disputata. Se dovesse arrivare l’offerta da oltre 100 per Osimehn, il mercato azzurro potrebbe diventare pirotecnico.

Mercato, la situazione del Milan

Il Milan si avvia a chiudere il bilancio in utile. Non accadeva dal 2006 ma in quella occasione c’era voluta la cessione di Shevchenko al Chelsea mentre ora è la gestione RedBird a raccogliere i frutti di una politica (attuata già da Elliott) molto attenta, pur senza cessioni importanti. La semestrale (al 31 dicembre) appena chiusa con 10 milioni di profitto prospetta un bilancio ‘22-’23 in utile molto significativo. Se la politica resterà quella degli ultimi anni, la cassa formata dalla gestione (almeno 70-80 milioni) potrà essere investita sul mercato. Ciò significa che il nuovo comitato che gestirà collegialmente il mercato potrà forse destinare una parte di questa somma al mercato estivo, mantenendo per gennaio 2024 una riserva che mancava l’anno appena trascorso. La disponibilità di cassa consente di puntare profili di qualità.

Inter, una finale d'oro

Grazie alla finale di Istanbul l’Inter incasserà 100 milioni dall’Uefa (contro i 62 del ‘21- ’22) mentre l’affluenza travolgente del pubblico potrebbe portare i ricavi da box office oltre 60 milioni (contro 34). In totale fanno 70 milioni in più, mentre la vicenda Digitalbits (parzialmente mitigata dall’accordo in extremis con Paramount) potrebbe farne perdere una ventina. Il monte ingaggi si abbasserà sensibilmente, perché diversi giocatori costosi sono in partenza o a fine contratto. L’Inter viene da un rosso ‘21-’22 di 140 milioni, alleggerito solo grazie alle cessioni di Hakimi e Lukaku. Zhang ha appena utilizzato 10 dei 275 milioni ottenuti in prestito da Oaktree. In totale sono ora poco più di 100 quelli utilizzati per finanziare l’Inter ma, ovviamente, il club nerazzurro è vincolato anche dalla necessità di rispettare il settlement agreement. Difficile che un mercato di acquisti (e l’Inter deve farne) possa essere sostenuto senza cessioni. Il saldo zero sarebbe un risultato comunque ambizioso se l’obiettivo resta quello di ridurre lo squilibrio tra costi e ricavi.


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