ROMA - È tutto avvolto nei misteri, volteggiano attorno a Lotito. Alla resa dei conti, il presidente ha pagato. Lo ha assicurato la Lega di A ieri poco prima delle 21, informando che «la Lazio ha provveduto agli adempimenti funzionali al rispetto dei parametri necessari all’iscrizione al campionato 2022-23». Fa fede la nota anche se dalla Figc, fino a ieri sera, non era arrivata nessuna conferma. Nel tardo pomeriggio erano circolate indiscrezioni (indirette e indirizzate, quando vuole la Lazio fa cadere muri e cortine) che annunciavano il risanamento del deficit esistente, da 2 milioni e cinquantamila euro, legato all’indice di liquidità. Sono soldi che spettava mettere al presidente della Lazio, da aggiungere ai 3,9 milioni che aveva dovuto versare ad agosto per sbloccare il mercato. E’ passato come un atto responsabile e dimostrativo («L’interesse di tutti i club non è mai stato quello di opporsi», si legge nella nota della Lega), ma Lotito non ha voluto correre rischi. Oggi il Tar si esprimerà in merito al ricorso presentato dalla Federazione dopo il pronunciamento del Collegio di Garanzia. Il Collegio, dando ragione alla Lega di A, aveva sentenziato che l’indice non poteva essere considerato ammissivo per l’iscrizione al campionato. Lotito era l’unico presidente insolvente. Era ed è una situazione intricata. I soldi per l’iscrizione, stando alla nota di via Rosellini, sono stati assicurati. Ma se il Tar darà ragione alla Lega, per Lotito resterà comunque da colmare il deficit legato all’indice di liquidità che regolamenta il mercato (soglia di 0,6, versamento necessario di 6 milioni).