Sarri, rivoluzione in due atti: il piano per la nuova Lazio

Squadra smantellata e ricostruita, come dai patti di partenza siglati nel giugno 2021 tra società e tecnico. Quattordici rinforzi in un anno per cambiare radicalmente gioco e mentalità: e non finisce qui
Sarri, rivoluzione in due atti: il piano per la nuova Lazio© Getty Images
Daniele Rindone
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INVIATO AD AURONZO - È una rivoluzione-scissione, spinta dall’allenatore-rottamatore, promessa e portata a compimento da Lotito e Tare nell’arco di un anno, rimasti uniti finché Sarri non li ha separati. Sei acquisti nell’estate 2021 più Kamenovic tesserato a gennaio (e Cabral transitato di passaggio). Sei acquisti in quest’estate aspettando Provedel. Il totale sommerà 14 rinforzi (15 se si considera l’attaccante capoverdiano), gli ultimi con un’impronta italiana. La Lazio è stata smantellata e ricostruita, erano i patti che Lotito e Tare avevano siglato con Mau nel giugno 2021 e che oggi possono dire di aver mantenuto. «Cambieremo il 50% della squadra nella prima finestra di mercato, la parte restante nel giro di un anno», fu la promessa di presidente e diesse. Sarri aveva chiesto un anticipo di acquisti a gennaio, è servita un’accelerazione tra giugno e l’inizio di luglio per tenerlo buono. Un anno fa erano arrivati Hysaj, Basic, Felipe Anderson, Zaccagni, Pedro e Romero più Kamenovic e Cabral (gli ultimi due nel mercato invernale, inizialmente respinti). Quest’anno sono stati accolti Marcos Antonio, Gila, Casale, Romagnoli, Maximiano e Cancellieri in attesa dell’arrivo di un secondo portiere. Sarri, famelico, chiede un centrocampista in più a prescindere (Ilic del Verona), la società lo prenderà solo se partirà Luis Alberto. Accoglierebbe un terzino sinistro, c’era l’idea di centrare un colpo, ma serve la partenza di Milinkovic, l’incasso permetterebbe un investimento di valore. Altrimenti, chiudendo la cessione di Hysaj, si punterebbe su un giovane (i tifosi spingono per Valeri della Cremonese, laziale di nascita). Non è escluso che si resti così.  

Lazio, il cambiamento

E’ stata una rivoluzione radicale che ha portato allo sradicamento di un modulo (il 3-5-2) e di una mentalità. Sarri ha lavorato un anno per dare il via al nuovo corso, solo da metà stagione in poi, dopo aver teso la mano alla squadra ed essersi ricreduto su vari giocatori (ad esempio Patric, Marusic e Leiva), è riuscito a darne una forma “sarriana”. Mau non ha ancora parlato, lo farà alla vigilia di Lazio-Bologna, anche lui come Mourinho. Alla squadra, nei discorsi di principio, ha ribadito che «ogni volta che indossate la maglia si gioca per vincere, contro qualsiasi avversario. Siamo la Lazio». La rivoluzione in due atti (estate 2021-estate 2022) rischia di generare un nuovo anno zero, ma delle basi sono state gettate. Sarri, borbottone per natura e per pungolo, nei primi giorni di ritiro brontolava spesso e per tante cose, dal mercato incompleto al campo malridotto. Negli ultimi giorni, sotto la maschera di cera, c’era un sorriso più lieto, gli acquisti fin qui chiusi gli permettono di sentirsi più coperto rispetto ad un anno fa. Adesso anche lui è chiamato a dare risposte e risultati. Mau, sempre più incitatore del popolo laziale, spera nel coinvolgimento dei tifosi, in uno stadio popolato. Ieri, a fine allenamento, ha voluto che tutta la squadra s’involasse verso la tribuna dello stadio Zandegiacomo per firmare autografi. E’ esploso l’entusiasmo. Al bagno di folla s’è unito Lotito, arrivato in Cadore nel corso dell’allenamento pomeridiano. Il presidente ha parlottato con qualche tifoso: «Se c’è aria di cambiamento? Sì, ma contano solo i risultati. Stiamo ancora a 8.500 abbonamenti contro i 36 mila della Roma. Quando li fate?», è stata la risposta d’incitamento, fatta con una smorfia di recriminazione, dopo le spese record s’aspetta un Olimpico da Champions. E a chi gli ha chiesto del futuro di Milinkovic ha risposto controdomandando: «Perché l’ho messo in vendita?». Lotito, presidente-rifondarolo (in senso calcistico), ieri ha cenato in ritiro con Sarri, casualmente ha fatto staffetta con il diesse Tare, ripartito venerdì, atteso di nuovo ad Auronzo martedì. La Lazio non è più quella di una volta. 


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