Milan, Christian Pulisic scacchista come Dybala

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Milan, Christian Pulisic scacchista come Dybala
Cristiano Gatti
3 min

Abituati come sono a rubarsi tutti i trucchi del mestiere, c’è caso che presto i mastodontici staff di ogni allenatore si allarghino a una nuova figura: il professore di scacchi. La serie A sta prendendo una piega del tutto nuova: una volta lo slang delle cronache si limitava a definire partite a scacchi quelle odiose partite inguardabili, bloccatissime e sclerotiche, tutti presi soltanto a intuire e annullare le mosse dell’avversario, i mister a grattarsi la pelata per trovare la contromossa giusta alla tattica strozzina del rivale. Un passo avanti, siamo ormai agli scacchi come fattore aggiuntivo e migliorativo del singolo campione. E’ una vera spaccatura con gli stereotipi dell’ambiente, che dipingono il calciatore perennemente davanti alla play-station, nel tempo libero tra un tatuaggio e l’altro.

Sapevamo tutti di Dybala, la Gioia di chi ama il calcio decorato e accarezzato, scacchista appassionato e per questo – conclusione inevitabile – più abituato a giocare pensando, a pensare giocando. Se Dybala poteva passare per eccezione stravagante, ora non più: abbiamo importato anche Pulisic, che appena messo piede al Milan ha già segnato nell’esordio col Bologna. E tu guarda le combinazioni, è scacchista pure lui. Una cosa seria, mica pizza e fi chi: l’anno scorso ha pure sfi dato il numero uno al mondo, Magnus Carlsen, in una partita ai massimi livelli, scopo beneficenza Unicef. Non serve essere dei Maghi Otelma per prevedere che le contaminazioni degli scacchi nel calcio andranno a crescere. Già molti allenatori ritengono fondamentale coltivare la passione come aiuto sotto il profilo tattico, tecnico e psicologico, anche se a onor del vero replicare in campo stili e meccanismi mentali non sembra ancora così facile, quanto meno a giudicare semplicemente da certe isterie e da certe frenesie molto poco riflessive.

Ma siamo ancora agli albori della nuova commistione, c’è tutto il tempo per rendere gli scacchi più decisivi: nessuna sorpresa se presto, dopo la lavagna e dopo i video degli avversari, l’intera rosa sarà chiamata a mezz’ora obbligatoria di scacchiera. Tutta salute. Anche perchè di leggere Seneca non se ne parla proprio. Rifl essione, sangue freddo, nervi saldi, fantasia, strategia, astuzia, autocontrollo, l’armamentario di un nuovo training autogeno completerà il bagaglio personale dell’atleta. Pensa se all’epoca un Cassano... Meno play-station, più scacchi: anche Pulisic diventa testimonial della grande campagna. Benchè poi sia tutto da dimostrare che la play-station non alleni il cervello. Dopo tutto, il vero problema non è come allenare il cervello, ma averne uno da allenare.


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