Un Napoli mediorientale alla Nannini

L’arrivo del coreano Kim accende la discussione nei vicoli della città
Un Napoli mediorientale alla Nannini© FOTO MOSCA
Mimmo Carratelli
4 min
Tagsnapoli
Discussione in sudcoreano stretto di Forcella su Kim so’ io e Kim si’ tu con obiezioni in russo della Georgia allo chalet di Mergellina di Peppino cameriere. Dichiarazione di intenti di don Ciccio portiere di palazzo: siamo una città mille culure, accogliamo tutti i popoli, gli amici africani qui sono a casa loro, i cinesi sgobbano nelle fabbriche clandestine e il Napoli che ha aperto le porte all’Oriente sta in prima linea nel settore accoglienza. 

 Stupore generale e osservazione di Salvatore pittore di alici: scusate, don Ciccio, vi siete dato alla politica? Qui ci sento la mano del presidente, obietta Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca, don Ciccio non è stato mai così forbito. Parliamo della realtà, invita Saverio Malaspina ragioniere. Avverto una qualche ironica contestazione, aggiunge Gennaro Piromallo salumiere. Chi è contro il presidente alzi la mano, sollecita Pasquale Pazienza giornalista on-line. 
Incerto sventolio di mani che, come sottolinea don Peppino parcheggiatore allusivo, non vuole dire sfiducia ma neanche fiducia. E’ un’abitudine italiana, precisa Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Aurelio non è Draghi, non cade, non cadrà, sarà il padrone del Napoli sino alla morte, così ha detto, puntualizza Pasquale Pazienza giornalista on-line. Non so di che cosa vi lamentiate, interviene don Ciccio portiere di palazzo, siete contro il presidente perché se ne sono andati Insigne, Mertens, Ospina e Koulibaly? L’ha detto Moggi, non abbiamo più identità, informa Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia. 
Così stanno le cose, espone gravemente il suo pensiero Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo, siamo una squadra mediorientale. Spiegatevi meglio, interviene Gennaro Piromallo salumiere. Vedo un Napoli di media classifica con gli orientali Chiarastella e Kim so’ io, precisa Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo. Ma che è questo sapore mediorientale, ma chi siete, Gianna Nannini, urla passando Peppino cameriere con un vassoio di patatine di Seul e vodka di Tbilisi. Zitto, ragazzo, gli intima Saverio Malaspina ragioniere. 
Ci vuole un corazziere a centrocampo, invoca Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Calma, è in arrivo un norvegese col colbacco, informa don Peppino parcheggiatore allusivo. Solbakken si chiama, Ola Solbakken del circolo polare artico, precisa Pasquale Pazienza giornalista on-line. Ci vuole un portiere di esperienza, declama Salvatore pittore di alici. Prenderemo Keylor Navas, assicura Pasquale Pazienza giornalista on-line. Almeno uno dei due, invoca Gennaro Piromallo salumiere. 
Ci vuole, ci vuole, urla don Ciccio portiere di palazzo, come la fate facile, i campioni di Benitez sono invecchiati o sono andati via, c’era bisogno di una svolta e Aurelio ha dato la svolta. Sì, la svolta di Salerno e Aurelio che si crede Togliatti, sottolinea Gennaro Piromallo salumiere. Non intendo, geme Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia. La svolta di Salerno, la pacificazione degli italiani fra antifascisti, monarchici e Badoglio, relaziona Pasquale Pazienza giornalista on line. Non mi nominate Badoglio, pretende don Ciccio portiere di palazzo, e qui non c’è pacificazione, c’è guerra, il tifo è in subbuglio. Insomma, c’è questa svolta, ammette Salvatore pittore di alici. C’è, afferma Saverio Malaspina ragioniere, e i posteri racconteranno l’immenso sforzo di Aurelio e cominceranno a raccontare c’era un svolta. 
Vero, ma questo resta un Napoli mediorientale, insiste Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA