Mercato Napoli, c’è un tesoro in vendita: in ballo 260 milioni!

De Laurentiis ha già realizzato enormi plusvalenze in passato: da Lavezzi a Cavani e Higuain. Il club venderà solo se sarà costretto da clausola rescissoria o per offerte shock
Mercato Napoli, c’è un tesoro in vendita: in ballo 260 milioni!© LAPRESSE
Antonio Giordano
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NAPOLI - L'età dell’oro è ora e sempre, da un decennio almeno, da quando - dopo aver scavato tra le macerie - Napoli scoprì di essere una miniera: il giorno in cui Ezequiel Lavezzi, pagato cinque milioni e spiccioli, decise di dare il primo strappo e invocare il divorzio, Aurelio De Laurentiis, senza irrigidirsi e neanche irritarsi, intuì d’avere in mano una fortuna, frenò il desiderio secessionista del Pocho e l’addolcì promettendogli la cessione post datata con la clausola. E fu cosi che spuntò il Psg e i soldi, mica pani e pesci, si moltiplicarono, sino a diventare una trentina di milioni. Trentuno, per la precisione. Il progetto esiste, sta ben dentro una filosofia che non è di pancia, appartiene al senso compiuto dell’impresa che Adl ha riassunto con freddezza: «Io non mi innamoro, sono razionale». E pure con Cavani andò allo stesso modo: l’aveva pagato diciassette milioni (in quattro rate) e mentre ancora doveva riconoscere la terza a Zamparini del Palermo, già stava trattando con il Psg attraverso la clausola da 64 milioni. Business is business, si chiama impresa-Napoli, è una questione di cuore - certo, ci mancherebbe - ma che anche di cervello, proiettato in un orizzonte opaco, come solo nel calcio: un anno fa, appena l’estate scorsa, Napoli viveva sottosopra, scioccata dall’addio di Koulibaly, di Insigne, di Mertens, di Fabian Ruiz e di Ospina. Totale: 65 milioni incassati (40 per KK e 25 per quello spagnolo che sarebbe entrato in regime di scadenza) e un’altra quarantina di ingaggi tagliati, così, dalla sera alla sera, senza muovere neanche una mascella. Piaccia o no, ha avuto ragione De Laurentiis, che con Giuntoli e Spalletti ha fatto bingo, perché poi Kim e Kvara, 30 milioni di euro in due, sono diventate delle star e il coreano aiuterà a depositare in banca 50 milioni; e Osimhen, costato una settantina di milioni nel 2020, adesso ne vale 150, anzi di più, vai a capire quanto. 

Venghino, signori

De Laurentiis non ama partecipare alle aste, semmai le organizza e il banditore è lui, perché pianifica, intuisce, anticipa e prevede: Gonzalo Higuain, hai detto niente, venne pagato 38 milioni di euro e al momento della firma sul contratto venne inserita la solita, speciale, inaccessibile, impossibile clausola, che il Pipita accettò forse per fede o semmai per sfida o magari per nessuno di questi motivi. Chi volete che paghi 90 milioni d’euro, si pensò in giro? La Juventus allestì un blitz, preparò l’assalto, organizzò le visite mediche in Spagna come se fosse una luna di miele, e Adl passò all’incasso del biglietto della lotteria. 

Don't touch

Stavolta, in vetrina, c’è una specie di patrimonio dell’umanità, sul quale in teoria è vietato mettere le mani: dipendesse da De Laurentiis, ma alle sue condizioni, Osimhen sarebbe la nuova bandiera del Napoli, però è chiaro che le insidie (invitanti) appartengono ai rimbalzi irregolari del calcio moderno. Tra gli intoccabili ci stanno Kvaratskhelia, che è un bambino (prodigio), Anguissa, Lobotka e Di Lorenzo che sono luce, semmai tutti gli uomini dello scudetto: però il sentimento è volubile, il presidente sa dominare le proprie emozioni e se dovessero presentarsi a casa arabi e sceicchi o comunque facoltosi omologhi in vena di follie per Lozano e per Zielinski, una tisana andrebbe offerta. E poi parlano di moneyball... 


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