Kim è un affare per il Napoli: la cifra pazzesca che guadagnerà il club

Tutti i numeri della plusvalenza che otterrà il club azzurro con la cessione del centrale coreano al Bayern Monaco
Fabio Tarantino
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In fin dei conti vale un po’ come per il tempo, secondo Luciano De Crescenzo, che va vissuto in larghezza e mai misurato in lunghezza. Nello zigzagare di Kim Min-jae, dal suo arrivo all’addio ormai prossimo, s’è percepito il senso di un viaggio infinito, eppure è durato meno di un anno, esattamente 339 giorni, però chi se n’è accorto? È sembrata eterna questa scalata verso la storia, nessuno l’avrebbe sospettato durante una personalissima interpretazione di “Gangnam Style”, il successo coreano ballato e cantato la prima notte azzurra a Castel di Sangro, come se il calcio venisse dopo la vita e quindi dopo i rapporti umani. Kim saluta Napoli da un’estate all’altra, da luglio 2022 a giugno 2023, toccata e fuga, mordi e fuggi, ma sono stati undici mesi intensi e hanno arricchito il calciatore e impreziosito il Napoli. I numeri esistono per divertirsi e allora, prendendo carta e penna, annotando qualche cifra, segnando un paio di date, si può quantificare il valore di Kim nel suo primo, unico e indimenticabile anno italiano.

Napoli, i numeri di Kim

Dal 27 luglio 2022, giorno dell’annuncio, ad oggi, ovvero da quando comincia ad essere valida la clausola (fino al 15 luglio), sono passati esattamente 339 giorni ai quali poter allegare 31,5 milioni di euro, la differenza tra quanto il Napoli ha speso per pagare a sua volta la clausola al Fenerbahce (18,5 milioni di euro) e quanto il Bayern andrà ad investire per consegnarlo a Tuchel (50 milioni). In questo intervallo minuscolo, che è sembrato immenso, il Napoli ha guadagnato ogni giorno poco meno di 93mila euro, un calcolo banale, aritmetico, che esclude dal ragionamento concetti come plusvalenze o quote di ammortamento o, ancora, la cifra definitiva che alla fine De Laurentiis andrà ad incassare considerando tutte le variabili legate alla clausola rescissoria. È il risultato di un gioco d’estate, come fossimo al bar o sotto l’ombrellone, per amplificare il valore di Kim, provando a giustificare la corsa dei top club europei al suo acquisto. Kim è stato scelto mesi fa, non oggi, perché sono bastati appena poche partite per sedurre il Manchester United, poi il City, il Newcastle, quindi il Bayern, d’altronde sono arrivate conferme su conferme e ad un certo punto il Napoli non ha potuto far altro che arrendersi all’inerzia del destino.

Napoli, l'eredità di Kim

Kim lascia in eredità questa ricchezza virtuale ma anche concreta perché al Napoli, oltre allo scudetto, che non ha prezzo, consegna una cinquantina di milioni come bomboniera di un matrimonio comunque felice oltre il peso del tempo. È bastato poco per farsi apprezzare, Kim si presentò a Castel di Sangro il giorno dopo l’annuncio con quella voglia matta di ballare e cantare davanti a sconosciuti diventati alleati di un sogno. Spalletti lo ha definito il miglior centrale al mondo, in campionato se n’è privato appena due volte per scelta (Spezia e Monza) e una per forza (l’ultima con la Samp, per squalifica), avrebbe voluto averlo con sé nella partita più importante, ritorno in Champions col Milan (altra squalifica), per affidargli le chiavi della rimonta. Forse quel giallo di Milano, quell’ira verso Kovacs mal gestita, che andava frenata, resta l’unica macchia di un percorso per il resto senza ombre: 45 presenze, 2 gol, appena qualche leggerezza e ogni volta il bisogno di chiedere scusa (come con l’Udinese), un sorriso genuino, un costante rispetto verso gli altri, quella simpatica disponibilità all'ascolto e poi, volendo, 93mila euro lasciati ogni mattina sulla scrivania del Napoli, una bella cifra che non si guadagna tutti i giorni. O forse sì.


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