Osimhen e il Napoli, manca solo il tweet di De Laurentiis

Il presidente gradirebbe allungare fino al 2027 per non trovarsi vincolato a fine stagione, quando le sirene si rifaranno avanti
Antonio Giordano
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NAPOLI - Quante cose non sono successe, dal 5 giugno ad oggi: però, basta aver fiducia e poi un tweet sommergerà il pessimismo cosmico. Victor Osimhen, per cominciare, sta ancora a Napoli, sempre la stessa maglia - la 9 - e sistematicamente quella maschera da buttar via ogni volta che segna, così non lo ammoniscono. Non è stato ceduto, non è andato al Psg, magari perché c’è ancora lì Mbappé in qualche angolo sospeso, ma questo è un dettaglio: Garcia se lo può godere e leggendo tra le sue parole, sembra di poter scacciare via l’inquietudine di Napoli. «Società e calciatore hanno fatto un gran lavoro. E quando la cosa diventerà ufficiale, allora Victor potrà dedicarsi esclusivamente al campo». La cosa, nel gergo di Garcia, dev’essere il rinnovo, che da qualche parte rimane nascosto, forse per dare effetto anche scenico all’annuncio o anche no: danzano cifre nell’aria ma, essendo “cafone” parlar di danaro, quasi non conviene sbilanciarsi. 

Rinnovo Osimhen, tutte le tappe

Ci sono voluti dieci tormentati appuntamenti tra De Laurentiis e il manager del calciatore, Calenda, costretto a salire e scendere un giorno sì e l’altro pure tra Roma e Dimaro-Folgarida o Castel di Sangro, sistemando migliaia di chilometri per ritrovare qualche milione di euro in più dei 4,5 (con i bonus per i gol da aggiungerci) e sentirsi poi dire, ad uso e consumo dei taccuini probabilmente, che ci sono «i contratti, che sono bilaterali e vanno rispettati, come è successo finora». Vuol dire tutto o anche niente, perché intanto poi il presidente e il procuratore si sono seduti a tavola - venerdì sera, proprio poco prima che Adl partisse per le vacanze - ed alla fine sorridevano, quasi felici e contenti, come se si fossero calati entrambi in un tempo nuovo, senza conflitti e senza incomprensioni, ormai persino senza più alcuna strategia, proiettati in una dimensione soddisfacente per l’uno e per l’altro, oltre che per Osimhen.

La volontà di Osimhen

Uno dei centravanti più forti del mondo ha scelto da un bel po’: vuole Napoli, possibilmente a condizioni che riflettano il suo status, dando una riverniciata all’ingaggio. E il Napoli vuole Osi, cercando di rispettare la propria identità - sarebbe filosofia di gestione - che non prevede stravizi ma che non si nega egualmente nulla. Adl gradirebbe allungare fino al 2027, per non trovarsi nella prossima estate con il cappio alla gola di dover cedere e semmai sotto quotazione un attaccante che per lui vale «un duecentino», che gli arabi hanno avvicinato per modo di dire - mai con convinzione, mai con la volontà di far vacillare qualcuno, fosse il Napoli o Osimhen, con quell’offerta principesca alla quale è impossibile negarsi - e che adesso diventa il suo gioiello inavvicinabile. Però almeno mancano appena diciotto giorni alla chiusura del mercato, la dead-line (virtuale, teorica) è stata abbondantemente superata e Garcia ha poi svelato il mistero: «Quando la cosa diventerà ufficiale». Un tweet e sarà Osi. 


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