Numeri, gol e assist: così il mago Lindstrom ha convinto il Napoli

Il 23enne fantasista danese arrivato dall'Eintracht era entrato nel mirino degli azzurri dopo la sfida in Champions League: il retroscena
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Qui non si butta niente, soprattutto dalla memoria, e tutto ciò che venne «registrato» il 15 marzo, è rimasto adagiato tra i ricordi da custodire: quando Eintracht Francoforte finì, e il Napoli già poteva permettersi di proiettarsi verso il quarto di finale di Champions League, Jesper Lindstrøm si ritrovò, inconsapevolmente, nel data-base di Castel Volturno. Per una settantina di minuti, ondeggiando ora tra le trequarti e poi sulla corsia di destra, il danesino s’era imposto con quella sua leggerezza nel palleggio, con la postura elegante e con la spavalderia che infiammò Cristiano Giuntoli, già da un po’ allertato, e lo indusse a crederci. Gli avevano detto un po’ tutto, altro ci aggiunse andando a scavare nel vissuto di Lindstrøm, e quando dovette stilare l’ultima sua lista per la spesa, al fianco di Koopmeiners e Gabri Veiga, ci finì per questi ventitreenne, dai costi ormai già inevitabilmente «esagerati».

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Lindtstrom, dribbling e fantasia per il Napoli

In Danimarca, il Napoli ci era già passato, c’è stato un momento in cui sui taccuini c’era il nome di Damsgaard, pure lui un Millennials, e quello di Højlund, un altro classe 2000, però nell’ombra s’intrufolarono i dribbling di Lindstrøm, la sua sfrontata, esagerata esuberanza, soprattutto una natura ampia da poterla immaginare in questa squadra multitasking, nella quale chiunque sa fare varie cose, tutte belle e mai troppe. Lindstrøm appartiene al genere, è esterno o anche mezzala, sa stare nel tridente oppure sistemarsi tra le linee, punta e crea la superiorità e, perché non siano bollicine, sa pure segnare: dieci gol e undici assist con il Brondby per rivincere - a sedici anni di distanza - il campionato danese; e poi, cinque reti e altrettanti assist nella sua prima stagione con l’Eintracht Francoforte. L’impatto in Germania è «brutale», gli bastano nove mesi per ritrovarsi eletto «rookie of the year», il miglior debuttante, che intanto è diventata una straordinaria plusvalenza: i sette milioni investiti dall’Eintracht crescono e si moltiplicano, perché l’Europa League vinta nel 2022 ha un peso e dà una visibilità, come i suoi quattordici gol e quattordici assist in appena ottanta partite, tra Bundesliga e tour Continentale. Prossima tappa, stadio «Diego Armando Maradona»: con i (suoi) piedi buoni è assai più facile passeggiarci.

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