Napoli, Lindstrom è la nuova arma di Garcia

Ala rapida, tecnica, intelligente. Uno scattista bravo in dribbling che sa giocare a destra e sinistra
Antonio Giordano
4 min

NAPOLI - In politica, lo definirebbero bipartisan: piace a destra o anche a sinistra (però a piede invertito); oppure, e non sarebbe un gran complimento, uomo per tutte le stagioni. Altrimenti, che pure va di moda, si potrebbe dargli del multitasking: lo metti di qua, lo sposti di là, e ci trovi sempre qualcosa, fosse anche «semplicemente» un dribbling. Il Napoli li sceglie così, ma da un bel po’, da quando è uscito dai confini e si è aperto all’internazionalizzazione, perché conviene pagarne uno e trovarne (almeno) due: per Jesper Lindstrom, che non conoscerà Jannacci, l’importante è esagerare, non a caso sa starsene sulle due fasce o anche in mezzo al campo. C’è qualcosa di nuovo, dunque anche di antico, in questa squadra che aspetta sempre una spruzzata fresca di fantasia, che guarda sistematicamente avanti - avendo le spalle discretamente scoperte - perché nell’orizzonte puoi trovarci magari qualcosa di emozionante: Lindstrom è un calciatore moderno, con tracce di antichità quando punta l’uomo e lo salta, non sa di scuola calcio ma di talento proprio, è luce che abbaglia e comunque che illumina. Rudi Garcia ha varie idee in testa, ha ereditato da Spalletti un’opera d’arte, tutto tiki-taka e pure gegenpressing, ma pure ripartenze (contropiede non fa più chic) e comunque padronanza assoluta di se stesso e delle partite: e ora che il Napoli gli appartiene per intero, lo sta modellando a propria immagine e somiglianza, tra dettagli che si scorgono o anche no.

Il classico

Il Napoli è una scuola di pensiero, è nata con Sarri (alla quarta del campionato 2015-2016), quando si è sviluppato il 4-3-3: via il rombo, il trequartista, e tagli e diagonali e sovrapposizioni nelle quali Lindstrom s’accomoda con naturalezza, sembra costruito quasi apposta per starci dentro, nonostante arrivi da altro (3-4-2-1) e non si sia fatto mancare niente. Nel tridente, a destra o a sinistra, può alternarsi con Politano e con Kvara, può rappresentare l’elemento complementare, può agevolare il turnover in corsa, può alimentare il dibattito tecnico e fungere da stimolante.

Il sospetto

Ma Garcia ha sperimentato, in ritiro (soprattutto) e a partita in corso (quando ha potuto), ed ha spalmato il Napoli in spazi personali, l’ha indotto a pensare con Raspadori mezzala o anche esterno, ha ritagliato a mister 35 milioni angoli per alimentarsi, ha indotto Zielinski ad allungarsi tra le linee come già capitato negli anni, ha sussurrato argomenti diversi, per gli amanti dei numeri il 4-2-4 o il 4-4-2, infilando Simeone al fianco di Osimhen; adesso che ha un uomo in più, con un campionari e cultura così ampi, può distribuire ulteriormente i propri desideri e industriarsi a costruirsi qualcosa che gli appartenga ideologicamente.

Lo strappo

Lindstrom ha scatti secchi e prolungati, una verticalità nella corsa che insegue spudoratamente il cuore dell’area altrui, ha eleganza nelle movenze e quindi analogie con una squadra che privilegia l’espressione poetica del calcio con il palleggio: è un esteta che va ad addobbare - persino nel linguaggio del corpo - altra raffinatezza al Napoli. Un progetto non ha mica una sola anima.


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