Lukaku, la voglia matta

Da tre giorni nella Capitale non si parla che di Big Rom. E Giuntoli non abbandona il progetto legato al centravantone
Lukaku, la voglia matta© ANSA
Ivan Zazzaroni
4 min

Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo. L’invito di Marcel Proust lo stanno mettendo in pratica i tifosi della Roma in una delle estati più povere di sogni, ma ricca di bisogni, del nostro calcio. Da tre giorni nella capitale non si parla che di Lukaku, di un ipotetico - e non ancora effettuato - tentativo dei Friedkin di arrivare in extremis a Big Rom. L’americanata mancante. Cosa o chi ha alimentato questo elettrizzante summer dream? L’inevitabile cazzeggio a 33 gradi e mezzo - 90 quelli percepiti - è diventato immediatamente un invito a nozze per i social che hanno trasformato l’illusione in trattativa. C’è chi ha provato addirittura ad argomentarla ricorrendo a tempi e numeri e le radio, affamatissime, hanno fatto il resto. Non potete immaginare l’impazzimento del popolo giallorosso: gente disposta a rientrare prima del previsto dalle vacanze pur di vedere il belga a Trigoria. «Vado a prenderlo io a Ciampino», il messaggio, sempre lo stesso, di alcuni lettori.

Del resto, a nove giorni dalla chiusura del mercato e con la Juventus ancora bloccata da Vlahovic, Lukaku ha cominciato a mettere fretta al team Giuntoli, rendendo decisamente fertile il terreno per chi aveva voglia di spingersi oltre i confini della realtà.

È un’operazione impossibile, la Roma costantemente e tristemente monitorata dall’Uefa non può permettersela: sono soltanto alcune delle eccezioni mosse dai diffidenti o dai realisti.

Invece è possibilissima, la risposta di chi non si arrende neppure all’evidenza. E avanti con le cifre, proprio mentre a Tiago Pinto, impegnato sul fronte Zapata, stanno offrendo Jovic e Kean (mai in prestito, però, la puntualizzazione da Torino): il Chelsea ha fatto sapere di potersi accontentare di 25 milioni? Bene. Con la Juve Lukaku si era accordato per 11 netti l’anno, che al lordo - grazie al decreto crescita - diventano 16, per un totale di 41? E allora? È una somma che si avvicina parecchio al totale complessivo ottenuto dalla cessione di Ibañez all’Al-Ahli e quindi rispettosa delle indicazioni/ costrizioni del FFP.

Preciso che si tratta di semplici riflessioni: da Londra non arrivano conferme in chiave romanista. L’unica cosa certa è che ieri la Juve ha riaperto il discorso con il Chelsea e che quindi non ha ancora abbandonato l’idea di portare Big Rom a Torino.

La conclusione è malinconica: l’introduzione della tecnologia (in molti casi benedetta), la crisi finanziaria dei nostri club, il vergognoso decreto crescita, l’ottusità e l’arroganza di alcuni dirigenti e l’evidente impoverimento tecnico del campionato vorrebbero togliere all’appassionato il diritto di sognare, e in molti casi ci riescono. Qualcuno tuttavia non si arrende: il tifoso, quello autentico, è testardo e fantasioso, e in mancanza d’altro il sogno se lo costruisce da solo, in casa o in ufficio, davanti al pc o impugnando lo smartphone per calarsi nell’oceano di X, Instagram, Facebook, Twitch. In fondo i social hanno soprattutto una funzione: quella di allontanare la gente dalla realtà, drogandola di cazzate.

«Ma ovviamente il gioco non finirà» lessi tre anni fa in un blog di tale Moretti. «Tornerà, magari, a essere seguito da meno gente, ma in modo più militante. Da chi davvero ci crede. Potrebbe tornare la magia, sotto tante forme. Una esiste già, ed è realizzare la propria squadra, che rispecchia i propri desideri e i propri sogni infantili. E farle scalare campionati, alla faccia di tutte le “gerarchie naturali”. Emozioni vere, brividi puri, l’impresa sportiva come momento di bellezza assoluta».

Ho conservato questo passaggio, la cui sostanza ritrovo nella suggestione romanista. È proprio l’estate di Lukaku.


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