Obiettivo cessioni, la Roma vuole anche incassare

Massara lavora per sistemare i conti: già sicuri 21 milioni grazie a Abraham, Shomurodov e Paredes. In vetrina tanti 'baby'
Roberto Maida

ROMA - Niente è lasciato al caso. C’è una precisa strategia tecnico-finanziaria dietro ai piani di rafforzamento della Roma, depotenziata ma non arrestata dai gangli del fair play finanziario. Quando leggete ipotesi di acquisto per calciatori che costano 25 o addirittura 30 milioni, dovete immaginare investimenti pluriennali che contemplano anche un percorso sostenibile nella riduzione degli ingaggi. Se Massara libera Paredes, che ha un costo annuo di 6,2 milioni, ha più facilità ad acquistare Rios, che guadagnerebbe almeno un paio di milioni di meno. E’ chiaro tuttavia che la Roma dovrà vendere calciatori per riequilibrare i conti, in tempo per la scadenza tassativa del 30 giugno 2026: a quel punto si chiuderà il quadriennio dell’accordo con l’Uefa e comprenderemo se e di quanto i paletti saranno stati oltrepassati.  

Roma, i giocatori in uscita

Intanto sono già certi circa 21 milioni di ricavi, dei quali 10 di plusvalenza. Entreranno dalle cessioni pattuite di Abraham al Besiktas, Shomurodov al Basaksehir e appunto Paredes al Boca. Non bastano da soli, evidentemente, per finanziare il miglioramento della rosa. Ma Massara è convinto di poter sistemare il bilancio attraverso la cessione di alcuni giovani usciti dal vivaio (Mannini, Graziani, Romano, Cherubini) e magari di qualche elemento della prima squadra. Con un centrocampista centrale in arrivo, non si può escludere per esempio l’addio di Cristante che costa molto (8,3 all’anno) ma ha un valore a bilancio di circa 3,5 milioni. Se fosse venduto a 10, garantirebbe 6,5 milioni di preziosissima plusvalenza. Un altro calciatore che può aggiustare i conti è Hermoso, preso un anno fa a parametro zero. Pesa per 6,5 milioni sul prossimo bilancio. Ma se ceduto a 4-5 milioni, produrrebbe una plusvalenza integrale. Più complicata la posizione contrattuale di Kumbulla, che la Roma ha comprato per circa 25 milioni nel 2020: oggi il suo valore contabile è di circa 7 milioni, cifra non lontana dal reale potenziale sul mercato. Per assurdo converrebbe prestarlo un altro anno, sperando che ripeta le ottime prestazioni viste con l’Espanyol, per ammortizzarne il costo e magari venderlo meglio l’estate prossima.


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Calciomercato Roma

Roma, i top

Passando ai big della rosa, che Friedkin tradizionalmente ha sempre difeso nella propria presidenza, i giocatori finanziariamente più appetibili sono Svilar e N’Dicka, entrambi contrattualizzati a parametro zero. La Roma potrebbe decidere di vendere uno dei due, verosimilmente il difensore visto che Svilar ha appena rinnovato il contratto fino al 2030, alla fine della stagione, possibilmente prima del 30 giugno, per aggiungere un’altra plusvalenza al raccolto complessivo. Occhio anche ad Angeliño, che un mese fa sembrava vicinissimo al trasferimento in Arabia Saudita per 25 milioni: a bilancio per meno di 4, è un jolly da giocare a cifre ragionevoli in caso di necessità. Come Celik, che è stato riabilitato da Ranieri e dopo tre anni vale “appena” 1,8 milioni da un punto di vista contabile: ha mercato, soprattutto all’estero, e potrebbe essere sacrificato davanti a una proposta allettante. Infine non va trascurata la posizione di El Shaarawy: ogni euro incassato dall’eventuale cessione è plusvalenza. Tutto può servire nella ricerca dell’equilibrio.

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ROMA - Niente è lasciato al caso. C’è una precisa strategia tecnico-finanziaria dietro ai piani di rafforzamento della Roma, depotenziata ma non arrestata dai gangli del fair play finanziario. Quando leggete ipotesi di acquisto per calciatori che costano 25 o addirittura 30 milioni, dovete immaginare investimenti pluriennali che contemplano anche un percorso sostenibile nella riduzione degli ingaggi. Se Massara libera Paredes, che ha un costo annuo di 6,2 milioni, ha più facilità ad acquistare Rios, che guadagnerebbe almeno un paio di milioni di meno. E’ chiaro tuttavia che la Roma dovrà vendere calciatori per riequilibrare i conti, in tempo per la scadenza tassativa del 30 giugno 2026: a quel punto si chiuderà il quadriennio dell’accordo con l’Uefa e comprenderemo se e di quanto i paletti saranno stati oltrepassati.  

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Intanto sono già certi circa 21 milioni di ricavi, dei quali 10 di plusvalenza. Entreranno dalle cessioni pattuite di Abraham al Besiktas, Shomurodov al Basaksehir e appunto Paredes al Boca. Non bastano da soli, evidentemente, per finanziare il miglioramento della rosa. Ma Massara è convinto di poter sistemare il bilancio attraverso la cessione di alcuni giovani usciti dal vivaio (Mannini, Graziani, Romano, Cherubini) e magari di qualche elemento della prima squadra. Con un centrocampista centrale in arrivo, non si può escludere per esempio l’addio di Cristante che costa molto (8,3 all’anno) ma ha un valore a bilancio di circa 3,5 milioni. Se fosse venduto a 10, garantirebbe 6,5 milioni di preziosissima plusvalenza. Un altro calciatore che può aggiustare i conti è Hermoso, preso un anno fa a parametro zero. Pesa per 6,5 milioni sul prossimo bilancio. Ma se ceduto a 4-5 milioni, produrrebbe una plusvalenza integrale. Più complicata la posizione contrattuale di Kumbulla, che la Roma ha comprato per circa 25 milioni nel 2020: oggi il suo valore contabile è di circa 7 milioni, cifra non lontana dal reale potenziale sul mercato. Per assurdo converrebbe prestarlo un altro anno, sperando che ripeta le ottime prestazioni viste con l’Espanyol, per ammortizzarne il costo e magari venderlo meglio l’estate prossima.


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