Napoli, Barcellona trasferta fantasma

Mascherine, turni per le docce e in palestra si entra a gruppi. Si aspetta di sapere se la gara di ritorno di Champions di mercoledì si disputerà
Napoli, Barcellona trasferta fantasma© FOTO MOSCA
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NAPOLI - La preparazione della trasferta fantasma. Potrebbe essere questo il titolo del racconto della seconda paradossale giornata vissuta ieri dai reduci azzurri al centro sportivo di Castel Volturno. Intorno c’è il deserto, un silenzio surreale come quello che avvolge la città e l’Italia intera ai tempi del Coronavirus, e le porte abitualmente chiuse sono ora, giustamente, blindate. I veri protagonisti del momento sono i medici, ovunque, e il Napoli non fa eccezione: dottore cosa devo e non devo fare, la domanda più frequente rivolta al responsabile dello staff sanitario, Raffaele Canonico. Mentre il quesito rivolto a Edoardo De Laurentiis detto Edo, il vicepresidente, riguarda ovviamente il viaggio a Barcellona. La trasferta fantasma con il Barça, appunto: si parte e si gioca oppure no? Parola all’Uefa, chissà, ma il divieto di atterraggio opposto alla Roma dal Governo spagnolo non è mica passato inosservato. Gattuso e i giocatori, nel frattempo, non possono fare altro che attenersi alle consegne: allenarsi fino a nuovo a ordine con tutte le precauzioni del caso. Con tanto di mascherina nei luoghi chiusi, certo.

Misure preventive

E allora, mercoledì 11 marzo. Ieri: secondo giorno di Zona Rossa nella zona azzurra. Lo scenario: uffci chiusi, rigorosamente, e tutti i dipendenti a casa in smart working; contatti vietati fino quando si può (in campo è impossibile); borracce personalizzate; incremento dell’apporto vitaminico; misurazioni costanti della temperatura corporea; igiene e profilassi rigorose; turni per le docce; annullati i pranzi di squadra e ammessa esclusivamente la colazione. Però secondo regole precise: i calciatori che decidono di consumarla in sede possono accedere in sala a gruppi di due o tre persone e devono attenersi alla distanza minima di un metro. Tutto chiaro? Anche in palestra si entra a gruppi ristretti, rispettando le distanze, e in sala medica e video, per massaggi e riunioni varie, si rispettano i turni e l’obbligo di indossare la mascherina. Bene preziosissimo, in questo momento, che il Napoli ha ottenuto grazie al lavoro di De Laurentiis junior. Immancabile in sede, il vicepresidente: è un punto di riferimento, nonché uno dei pochi dirigenti ammessi al seguito.

Bloccati a casa

A proposito: è già da qualche giorno, per la precisione da quando è scattata la Zona Rossa in Emilia, che all’appello mancano il preparatore dei portieri, Perrone, e il collaboratore tecnico, Costi: non sono più riusciti a rientrare a Napoli dopo aver trascorso il weekend a casa, in occasione della pausa concessa da Gattuso. Va così, di questi tempi. Misure necessarie e senso di responsabilità. E poi del dovere, seppur tra mille dubbi: quello che stanno osservando e onorando Rino, i giocatori e tutti quelli che stanno continuando a lavorare - dai medici ai massaggiatori, passando per il team manager, i magazzinieri, gli assistenti tecnici e i dirigenti - in vista del ritorno degli ottavi di Champions teoricamente in programma mercoledì a Barcellona con il Barça. Al Camp Nou. A porte chiuse.

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