ROMA - Non è aritmetica, ma poco ci manca: l'Inter perde il doppio confronto con il Real Madrid ed è con un piede e mezzo fuori dalla Champions League. Un match che i nerazzurri dovevano assolutamente vincere e che invece si è tramutato subito in un'altra, sonora bocciatura, con un rigore regalato agli spagnoli e un'espulsione dopo trenta minuti a indirizzare in maniera decisiva la gara, e la restante ora a inseguire in maniera confusa e inconcludente un gol che invece arrivava dall'altra parte a chiudere ogni questione. Al di là delle recriminazioni sull'arbitraggio di Taylor, implacabile nel concedere il penalty al Real e invece molto permissivo in area madrilena, a questa squadra è mancato davvero quel qualcosa in più in chiave tecnica e di manovra - poteva essere la notte di Eriksen, se non giocasse come se stesse facendo un piacere, o almeno di Sanchez - per pensare di mettere paura alla squadra di Zidane (che proprio corazzata non è visti i gol a grappoli che prende in patria). Ora è tutto appeso a un filo, due vittorie e la speranza che il Borussia perda l'ultima proprio con le merengues.
Inter, un brutto quarto d'ora: Real, gol e palo. Poi Vidal completa la frittata: rosso
Real padrone di casa anche a San Siro, purtroppo per gli uomini di Conte tradito proprio dai suoi pilastri: è Barella a franare in maniera ingenua e goffa su Nacho in area nei primi minuti, letteralmente regalando un rigore. Dal dischetto Hazard non sbaglia e mette subito la gara in salita per i nerazzurri, che sbandano paurosamente: siluro di Vazquez in diagonale e palo pieno ad Handanovic battuto. Il brutto quarto d'ora, tanto proverbiale quanto concreto, si chiude con un Mendy quasi a tu per tu con Handanovic che decide di tirare un missile-assist a centro area invece di tirare, vanificando un'altra azione pericolosa. Resta l'1-0, si inizia a rivedere anche l'Inter: un tiraccio di Vidal, un tentativo di Bastoni deviato in angolo, una punizione a giro di Lukaku da dimenticare. Passa la mezz'ora ed è Vidal a rendersi protagonista in negativo: Varane gli toglie palla in piena area mentre sta calciando, intervento passibile di rigore ma l'arbitro lascia continuare tra le proteste del cileno che si prende due gialli in serie, per proteste il primo e per essere andato faccia a faccia con l'arbitro il secondo. Risultato? Inter in 10 e con davanti da costruire un vero e proprio miracolo sportivo.
Zidane batte Conte anche nei cambi: Rodrygo entra e castiga
Conte cambia: dentro D'Ambrosio e Perisic, fuori Bastoni e Lautaro Martinez per scuotere la squadra che si butta confusamente all'attacco, ottenendo solo proteste per una cintura su Gagliardini in area che sembra rigore a tutti tranne che a Taylor. Cambia anche Zidane e vince la sfida con l'ex compagno ai tempi della Juve anche in questo: dentro Casemiro per un talentuoso Odegaard e soprattutto Rodrygo per Mariano, con il giovane talento brasiliano che tramuta il primo pallone toccato nel 2-0, suggellando al volo il prezioso suggerimento di Lucas Vazquez. Manca mezz'ora, Conte prova la carta Sanchez per un Hakimi ancora deludente ma non cambia nulla: l'ingresso di Eriksen per Lukaku è il segnale della resa, a meno di miracoli è l'addio nerazzurro alla Champions League.