La mano di Diego funziona, Messi un po' meno

Dai giornalisti salvati in Ucrania grazie all'icona di Maradona, al flop di Lionel, O Ney e Gigio contro il Real. In attesa della notte degli Oscar dove DAM sarà presente con "È stata la mano di Dio" di Sorrentino, Ancelotti ha steso Pochettino e il Psg. Inutile la grande prestazione di Verratti nella pessima serata di Marquinhos
La mano di Diego funziona, Messi un po' meno© ansa
di Biagio Angrisani
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ROMA - In attesa della notte degli Oscar del 27 marzo con "È stata la mano di Dio" scritto e diretto da Paolo Sorrentino, in concorso come il miglior film straniero, il vecchio Barba non è stato con le mani in mano e per intercessione diretta di Maradona presente sul campo con una propria icona tatuata, alcuni giornalisti e fotoreporter sudamericani in Ucraina hanno evitato guai seri essendo sospettati di essere spie o sabotatori russi a un posto di blocco. Daniel Matamala, giornalista cileno inviato di guerra, dopo aver visto da vicino i kalashnikov ha detto:  «Nos salvó la mano de Dios». Nel corso della conversazione tra i giornalisti, fotoreporter e polizia ucraina è emerso anche il nome di Messi, ma fondamentale è stato l'icona di Diego Armando Maradona tatuata su un polpaccio di cameraman per incanalare la situazione verso un lieto fine in un contesto bellico dove spesso prima si spara e dopo si chiede qualcosa.

OSCAR - Ancora una volta Diego Armando Maradona sarà presente nella notte degli Oscar. Nel 2014 il regista Sorrentino si aggiudicò l’Oscar con il film “La Grande Bellezza” e dedicò il successo anche a Maradona. Stavolta il suo racconto cinematografico di stampo autobiografico ha Diego in una veste celestiale. Una sorta di primo miracolo fatto in maniera inconsapevole dal fuoriclasse argentino scomparso prematuramente il 25 novembre 2020 in circostanze ancora al vaglio della magistratura di Buenos Aires.

MESSI - Nel frattempo, Lionel Messi è uscito con il Psg dalla Champions: la sua prestazione a Madrid contro il Real non sarà certo ricordata dai posteri. Una punizione calciata di poco alta, qualche buon passaggio ma nulla più. La maledizione della Champions ha colpito ancora una volta il Paris Saint Germain quando sembrava che tutto filasse per il meglio. A fine gara "O Ney" è riuscito a litigare con Donnarumma: l'uno imputava l'altro di una cappellata mentre i blancos festeggiavano alla grande e i dirigenti del club francese maledivano terna arbitrale, quarto uomo e Var - tutti rigorosamente olandesi - rei di poca accortezza nei confronti della loro squadra.

BENZ&MOD - Il tecnico Pochettino ha difeso il portiere italiano dicendo che c'era un fallo netto di Benzema sull'estremo difensore del Psg. In piena franchezza il contatto c'è ma l'arbitro Makkelie e Van Boekel al Var non l'hanno ritenuto così grave da annullare la rete dell'attaccante del Real nel prosieguo dell'azione. Bravo Ancelotti nei cambi. Modesto Pochettino. Il vero dubbio su Marquinhos che ha visto le streghe con Benzema è come possa fare il capitano del Psg con Verratti (il migliore tra Les Parisiens ) che ha più presenze di lui e una caratura superiore a quella del brasiliano. Super tripletta di Benzema. Monumentale Modric che, a scanso di equivoci oltre a scrivere calcio poetico, ha steso all'occorrenza Messi e anche Verratti entrambi stupiti dell'intervento scorretto subito, ma la mimica del croato nelle due occasioni è stata eloquiente: «Quando si gioca ci sono anche i falli»


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