Una Champions per osare

Il sorteggio degli ottavi sorride alle squadre italiane e propone due scontri di altissimo livello: Real Madrid-Liverpool e Psg-Bayern Monaco
Una Champions per osare© EPA
Antonio Giordano
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Se c’è un dio che governa le cose del calcio, dev’essere dotato di uno straordinario senso dell’ironia: visto che si entra nel vivo e che adesso non si scherza più - dentro o fuori - al Comandante delle cose terrene, sono venute un paio di plastiche idee che hanno sistemato immediatamente le cianfrusaglie nel cestino, per lasciare che agli ottavi già brillino gli occhi. Gli italiani, brava gente, non hanno da imprecare né al vento e né alla luna: c’è chi sta meglio, vero, ma pure chi se la passerà assai peggio, e gli sceicchi di Parigi staranno già imprecando, avendo annusato il pericolo. Puoi avere Mbappé, Neymar e pure Messi, metterli persino assieme, ma se dal sorteggio esce il Bayern Monaco, c’è solo da votarsi a qualche santo (Saint Germain, c’est facile) e sperare che il Signore la mandi buona: il 23 agosto del 2020, a Lisbona, bastò Coman per tornarsene in quella bolla che trasformò le vite nostre, e la ferita è rimasta. Il sorteggio è super partes e, volendo, sa essere anche equo, sparge ansia senza distinzioni di ceto: Real Madrid e Liverpool si sono viste il 28 maggio a Saint-Denis, e Carlo Ancelotti, un re con troni sparsi ovunque, dimostrò per l’ennesima volta a Jurgen Klopp d’essere la sua ossessione, con gol di Vinicius. Quando scoccherà il 262°, nella notte di San Valentino, non sarà certo il caso di scambiarsi frasi caramellose, perché a quel punto si entrerà nel cuore d’una sfida senza domani: andata e ritorno, inferno o paradiso.

I derby

Sergio Conceição ha un derby da giocare, anzi due: la sua Milano nerazzurra, quella che ha attraversato dal 2001 al 2003, sa ancora del 5 maggio, un tormento esistenziale che t’avvolge nel tempo, un dolore che ricompare subdolo e perfido e pare non sparire mai. Ma Simone Inzaghi, ed è un paradosso, può aiutarlo a distrarsi, perché ci sarà da ricordare il biennio con la Lazio, lo scudetto vinto, un tempo che è appartenuto a entrambi e poi verranno le strategie: «Rispettiamo il Porto, si tratta di una squadra che fa bene da anni. Il nostro obiettivo è quello di passare il turno. Finalmente l’Inter è tornata ad affrontare partite così importanti in Europa con continuità. Saranno due gare bellissime, in due stadi pieni e davanti a un pubblico speciale, degno di una competizione così importante. Non sarà per niente facile, dovremo lavorare per farci trovare pronti a una doppia sfida dove i dettagli faranno la differenza». Sarà derby pure per Antonio Conte, anti-milanista per eccellenza nel suo biennio interista, ma anche nel triennio da juventino, decollato a San Siro con il gol fantasma (?) di Muntari e dunque fondata su una tradizione positiva che in Europa si rafforza con le statistiche prese a spallate da Pioli. «Il nostro livello dovrà essere altissimo, dobbiamo giocare con la convinzione di poter superare anche questo turno. Il Milan ha numeri negativi contro le inglesi, cercheremo di fare del nostro meglio». La fortuna stavolta una manina ce l’ha messa e il Napoli, che in passato ha pescato sempre male, ha scansato Parigi - c’è modo per fare turismo culturale - e se ne andrà a Francoforte: le istruzioni per l’uso le ha già diffuse Spalletti, che conosce le trappole del football: «Evitare il Psg non può che farci piacere ma a questi livelli sono tutti abbinamenti difficili. L'Eintracht è la detentrice dell'Europa League, il secondo trofeo continentale, ed è una squadra in forte ascesa».

Il giro delle fiandre

C’è sempre una “Cenerentola” tra le favole e il Bruges ha rappresentato il desiderio neppure segreto di chiunque: gira e rigira, la sorte ha scelto il Benfica come «cavaliere» per un ballo che sembra non offra orizzonti al “Club” belga. 

Auf wiedersehen

Il potere politico-economico della Germania non è servito, le palline non hanno avuto riguardo per Ursula von der Leyen, né per il Lipsia e né per il Borussia Dortmund, che pure hanno calcisticamente una voce in capitolo: stavolta, però, ognuno dovrà andare oltre i propri limiti e superarli, con il sospetto che potrebbe persino non bastare contro Manchester City e Chelsea. Direbbe Winston Churchill: «L’ottimista vede un’opportunità in ogni pericolo; il pessimista scorge pericolo in ogni opportunità». Però andatelo a spiegare a Marco Rose e a Edin Terzic mentre incroceranno nel sottopassaggio Pep Guardiola e Graham Potter. Però che non si dica che i tedeschi «perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio». Quella era dedicata agli italiani, of course.


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