Inter, missione Champions per Lautaro Martinez

Tornato dal Mondiale al top della forma, l'argentino vuole essere decisivo anche in Europa e trascinare l’Inter ai quarti di finale
Inter, missione Champions per Lautaro Martinez© Inter via Getty Images
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - A ll'inseguimento della prima firma su un’impresa in Champions. In un percorso di crescita costante, che, in meno di un paio d'anni, lo ha portato a conquistare ben 7 trofei, a Lautaro manca una perla da ricordare anche sul primo palcoscenico europeo. Il Porto, quindi, è una straordinaria occasione in questo senso. Il Toro, insomma, punta a trascinare l’Inter ai quarti con la sua specialità: i gol. Tanto più che in questo inizio di 2023, sull’onda del Mondiale appena conquistato con la sua Argentina, sembra non volersi fermare più. Sono già 8 le sue reti dall’inizio dell’anno.

Prodezza sì, ma...

Intendiamoci, nelle 5 edizioni di Champions sin qui disputate da Lautaro, le prodezze non sono mancate: 8 in 29 apparizioni. Non tantissime, è vero. Ma qualcuna da circoletto rosso c’è stata sicuramente. Come la prima, arrivata proprio in casa del Barcellona, in una partita che, però, l’Inter ha finito per perdere, dopo la rimonta della formazione blaugrana. Allora, peraltro, Lautaro colpì addirittura 5 volte nelle 6 gare della prima fase, ma l’Inter finì comunque terza, retrocedendo in Europa League. In generale è sempre stato così: nessun sigillo del Toro è stato veramente decisivo per spingere la squadra nerazzurra a tagliare un traguardo. Più o meno un anno fa, per fare un altro esempio, il bomber argentino si inventò una clamorosa conclusione dalla distanza per battere Alisson e firmare la vittoria nerazzurra in casa del Liverpool. All’andata, però, i Reds avevano vinto a San Siro e, dunque, quella prodezza non fu sufficiente nemmeno per portare il confronto ai supplementari. Lautaro ha “incornato” anche un’altra big, ovvero il Real Madrid. Anche in quel frangente, però, nonostante la rimonta interista da 0-2, furono comunque gli spagnoli a spuntarla. Forse, l’unica stoccata del Toro in Champions veramente decisiva è stata la sua seconda al Camp Nou: quella del temporaneo 2-1 in una gara poi terminata 3-3. Scansando la sconfitta, l’Inter si assicurò il match-ball qualificazione, poi sfruttato puntualmente nel match successivo contro il Viktoria Plzen.

Ribaltone

Domani sera Lautaro ci proverà ancora. Per Inzaghi, il Toro ormai è la grande certezza in attacco. Non era così un paio di anni fa, quando di fatto era lo “scudiero” di Lukaku. Adesso, semmai, è lui a tirare il gruppo. E tocca all’amico Big Rom lottare per guadagnarsi il suo posto in attacco. In vista del Porto, Dzeko è ancora in vantaggio, ma solo di un’incollatura. Insomma, il sorpasso può arrivare anche all’ultimo. E, conoscendo Inzaghi, si prenderà tutto il tempo per prendere una decisione definitiva, rimandandola con ogni probabilità alla rifinitura di mercoledì. Lautaro e Lukaku avevano creato un’intesa speciale quando si erano incrociati per la prima volta alla Pinetina. Per due anni sono stati un tandem straordinario. In questa stagione, invece, quella stessa magia non si è ancora rivista. Colpa dei guai del totem belga, vero. Ma forse anche di un cambio nei rapporti di forza. Tra l’altro, è curioso che, se nella scorsa stagione, c’erano dubbi sulla compatibilità tra il Toro e Dzeko, in questa invece la scintilla tra i due si è accesa, divenendo fiamma. E il bosniaco di imprese in Champions ne ha firmate parecchie...


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