Napoli, Osimhen superstar: in Champions ora tutto è possibile

Il centravanti nigeriano ancora una volta fa la differenza attraverso colpi da sogno. Con lui il Maradona è ormai convinto di poter puntare al traguardo continentale
Fabio Tarantino
3 min

La felicità sa essere anche silenziosa. È questo l'effetto Osimhen sul Maradona che gela quando il nigeriano segna e resta a terra prima di scoprire di aver rimediato solo un colpo al polso subito fasciato. Non si può rinunciare ad un giocatore simile che fa un pezzo di strada assieme al Napoli volando in cielo, sul primo gol, mentre la sua squadra è già lanciata verso le stelle. Con la doppietta all'Eintracht sono 51 le reti da quando veste la maglia del Napoli e chissà quanti smarriti per strada. Si sono persi tra infortuni e incidenti di percorso, sono un credito con la sorte che Osimhen sembra aver già cominciato a riscattare.

Euforia

Lo stadio Maradona canta e Osimhen, a fine partita, se ne accorge, mentre prova a spiegare a suo modo cosa sta provando: «Che bello aver fatto la storia di questo club, sono felice. Ci godiamo il momento, la conquista dei quarti, e guardiamo avanti. È una vittoria bellissima, è stata una grandissima partita, non era facile contro un avversario forte». L'attaccante del Napoli, sarà forse per la maschera, ma non si lascia distrarre da chi gli sta attorno: «Vincere la Champions? Non ci poniamo limiti, continuiamo a sognare, seguiamo solo il nostro allenatore. Vedremo cosa ci riserverà il sorteggio, so che possiamo fare bene». Cos'è il futuro, e dunque il mercato, e le voci che si rincorrono, se non una banale distrazione: «Ma infatti io non ci penso». 

Dominio

C'è una sola squadra in campo e Osimhen, del Napoli, è capopopolo, guida la rivoluzione, ne scorta il sogno coi due gol con cui apparecchia la tavola alla festa e con quelle rincorse per assicurarsi che neppure un pallone sfugga al suo controllo. Il colpo di testa quando il primo tempo sta per esaurirsi autorizza a calcolare anche i millimetri di un'elevazione d'altri tempi, d'altri sport, che riuscirebbe a pochi. Osimhen neppure esulta, si limita a togliere la maschera da Supereroe, aspetta siano i compagni a travolgerlo. Il paradosso è che non festeggia, suo malgrado, neppure col bis, perché resta intrappolato in rete, avvolto per un istante (anche) da un dubbio: e ora? Cosa è successo? Appartiene pure ai tifosi che poi si sciolgono in un applauso scaccia-incubi quando Osi si rialza semplicemente fasciato, più vivace di prima, una gazzella in campo aperto prima che Spalletti lo richiami in panchina. 

Non si ferma

Perché dovrebbe rifiatare, Osi, se ha già perso (non per colpa sua) troppo tempo? In questa stagione ha segnato 23 gol in 28 partite avendone saltate 7. Ai 19 in campionato, nessuno come lui, si aggiungono ora i 4 in Champions (in 5 presenze), gli stessi di Simeone e Raspadori, i suoi sostituti nel mese di assenza tra settembre e ottobre. Mai nessun giocatore del Napoli aveva segnato all'andata e al ritorno in un'eliminazione diretta Champions. Testa al prossimo, inseguendo un sogno, sfidando a (distanza) Haaland che ha altri numeri in Champions (10) ma sembra sedere comunque al suo tavolo in questo bistrot di affamati di gol.


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