Champions, le ombre di Orsato e Marciniak

Leggi il commento al comportamento degli arbitri nel corso delle semifinali di ritorno di Champions League
Gianpaolo Calvarese
3 min

Ultimi due passi prima della finale di Wembley, non benissimo gli arbitri mandati da Rosetti. Il Parco dei Principi è il teatro della “last dance” di Daniele Orsato, all’ultima partita di Champions (tutt’altro che memorabile). Visibilmente commosso, saluta la competizione dopo ben 55 “caps” in 12 anni. Statistica che lo avvicina ad altri mostri sacri come Collina, Rosetti o Rizzoli, e che si spiega anche con l’innalzamento della soglia anagrafica: fino a qualche anno fa gli italiani non potevano dirigere in Europa dopo aver compiuto 45 anni, ma questo limite è stato alzato (infatti Orsato ne ha 48). Il Paris Saint-Germain chiede due calci di rigore. Il primo: Hummels colpisce Dembelé in scivolata. Inizialmente Orsato indica il dischetto, poi probabilmente scatta una “fotografia mentale” e cambia idea in autonomia, assegnando la punizione dal limite. La sensazione è che il difensore abbia una parte dei piedi più sulla linea che fuori, ma il punto d’impatto sulla scarpa dell’avversario sia fuori. I replay non fanno totale chiarezza, ma evidentemente in sala VAR Irrati e Valeri avranno avuto dalla “sedici metri” l’immagine più nitida. Il secondo episodio è nel finale, un contrasto tra Schlotterbeck e Mbappé. In diretta sembra corretta la decisione di lasciar proseguire, ma i replay mostrano come oltre al corpo a corpo ci sia anche un contatto basso, all’altezza del ginocchio. L’attaccante francese aveva preso il tempo, e il difensore con il suo intervento riesce a impedirgli di calciare in porta: la scelta più corretta sarebbe stato il penalty.

Gli errori di Marciniak

Male anche Marciniak (che aveva diretto la finale di Champions League dello scorso anno) al Bernabeu : la gara gli è scappata nel finale, dopo un inopinato fischio su un fuorigioco (c’è? non c’è? Più la seconda), timing totalmente sbagliato e gol di De Ligt annullato (ma l’arbitro aveva fischiato prima, mettendo così fuorigioco l’utilizzo del VAR). Insomma, un errore grave non degno di un arbitro come il polacco. Il gol del Real Madrid che sarebbe valso l’1-1 viene revocato dopo On Field Review per una spinta a due braccia di Nacho ai danni di Kimmich. Corretto l’intervento del VAR, ineccepibile l’annullamento. Lo stesso VAR che assegna il gol che vale la finale per il Real Madrid, annullato inizialmente in campo.


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