Fiorentina, ma adesso non buttate via tutto

Leggi il commento alla stagione della Fiorentina dopo la sconfitta in finale di Conference League
Alberto Polverosi
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Così fa male, un male atroce. Un’altra Coppa buttata. Giocata meglio degli avversari, proprio come era capitato in Coppa Italia contro l’Inter. Un palo colpito, un rigore subìto e poi il solito gol preso sempre alla solita maniera, a un minuto dalla fine, con la coppia di centrali di difesa quasi incollata alla linea di metà campo, una prateria aperta per uno scattista come Bowen, come era successo con Lautaro Martinez, Igor che arranca e il West Ham che si porta a casa la Conference League. Deve crescere la Fiorentina e crescerà. Ma ora, per cortesia, non buttiamo via tutto. Non è tutto da rifare, ma da fare un po’ meglio. La stagione dei viola resta nel record, sessanta partite non le aveva mai giocate in tutta la sua storia. Ha perso due finali in pochi giorni, e questo brucia, brucia tanto, oggi poi fa un male cane. E anche domani, forse anche dopodomani. Però poi, quando l’Olimpico e Praga, l’Inter e il West Ham, saranno più lontane, tutto avrà un contorno meno fosco di queste ore.

La Fiorentina poteva fare di più?

Resterà l’amarezza di essere arrivati per due volte vicino a un sogno e non averne realizzato nemmeno uno, ma anche la consapevolezza che la Fiorentina, questa Fiorentina, di più non poteva fare. Certo, poteva essere più attenta nei momenti che hanno deciso le due finali, poteva ma non c’è riuscita. I famosi dettagli, di cui parlano i grandi allenatori alla vigilia di ogni sfida di livello internazionale, vanno ancora sistemati. Erano 33 anni che i viola non arrivavano a una finale europea, questo avrà pure un significato: l’esperienza cresce col tempo e con partite come quella di Praga. Le squadre che hanno portato a casa le due coppe hanno una forza economica che il club di Commisso non ha. O forse non ha ancora. Sono delusioni che fanno male, ma il percorso è questo, è tracciato, non si può e non si deve tornare indietro. Alle due finali di questa stagione la Fiorentina è arrivata tenendo la difesa alta e all’ultimo atto, solo all’ultimo atto, ha pagato la scelta che racchiude il senso del gioco di Italiano.

Il giudizio sulla Fiorentina

Si dovrà ripartire con calma, ragionando con freddezza e lucidità. Anche ieri la Fiorentina ha tenuto palla, ha concluso più dei londinesi, ma i suoi due centravanti non sono mai arrivati al tiro (Jovic ha segnato in fuorigioco). Il collettivo è forte, però non c’è il giocatore che, mentre domini la gara (con l’Inter) o mentre la controlli con facilità (col West Ham) tira fuori il colpo decisivo. C’è una qualità media diffusa in tutta la squadra, non c’è l’elemento che risolve. Si dovrà ragionare anche sulla difesa. Se anche Ranieri ieri è stato il migliore dei tre schierati e ha giocato così poco durante l’anno, bisogna spiegarne la ragione. Se Igor è entrato nel finale ed è rimasto coinvolto nell’azione del gol del West Ham, anche questo va capito. Ma su un punto dobbiamo essere d’accordo: per ripetere una stagione così, magari per portare a casa qualcosa di consistente, la Fiorentina deve essere rafforzata. Quella di quest’anno ha fatto il massimo. Ora la speranza per i viola è nelle mani della Uefa: basterà l’ottava posto per rigiocare la Conference?


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