Il nome più originale, però, è sicuramente quello di Baggio Siadi, portiere del Congo, chiamato così perché mamma e papà stravedevano per il Divin Codino. In pochi sanno che al torneo partecipa anche un ragazzo nato in Valle d’Aosta: si chiama Calvin Bassey, nigeriano del Fulham nato sulle montagne italiane la notte di San Silvestro del 1999 prima di emigrare con la famiglia in Inghilterra; è subentrato nell’esordio con la Guinea Equatoriale (1-1) e con lui titolare al centro della difesa Osimhen e compagni non hanno più preso gol nelle successive quattro partite. La Guinea Equatoriale ha vinto il girone in cui erano inserite Nigeria e Costa d’Avorio, ma anche Burkina Faso (ha eliminato l’Algeria) e Namibia (dentro lei e fuori la Tunisia) hanno scritto favole contro ogni pronostico nella prima fase. Poi, si sono scontrate con la realtà: tutte e tre fuori agli ottavi, contro formazioni più esperte come Guinea, Mali e Angola. Proseguono, invece, i momenti magici di Capo Verde (73ª nel ranking Fifa) e Sudafrica (66ª, ha eliminato il Marocco semifinalista in Qatar), qualificate ai quarti dove non è riuscito ad approdare il Burkina Faso di Velud, l’ex ct del Togo che nel 2010 fu vittima di un agguato terroristico da parte di alcuni ribelli angolani (assalirono il pullman della squadra) in cui morì il suo assistente. È tornato a casa con zero punti il Gambia del belga Saintfiet (dopo aver sfiorato una clamorosa vittoria contro il Camerun nell’ultima gara del girone, era 2-1 all’86’ e ha perso 2-3), soprannominato “Il Santo” per i suoi discorsi spirituali, laureato in psicologia e autore del libro “Dalla mafia finlandese del calcio agli stadi di marmo del Qatar”. La sua è una storia che va oltre l’immaginazione: da calciatore si è rotto 6 volte il crociato (nell’ultima occasione ha preso un anestetico epidurale per assistere all’operazione, «così quando allenerò potrò spiegare ai miei calciatori cosa si prova»), ha allenato anche nelle Far Oer, in Asia e in Medio Oriente e in Africa è famoso per aver lavorato gratis in Namibia purché la federazione gli donasse un leone e per essere fuggito dall’arresto in Zimbawe perché il governo non lo voleva in panchina. In entrambi i casi è sopravvissuto brillantemente.
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