Italia, De Rossi: «La 10 a Thiago Motta? Sciacquatevi la bocca»

Il centrocampista giallorosso si confessa: «Spiacevole il caso tra Francesco e Spalletti. Non contribuisco al caos. Non adesso ma mi vedo in America. Mai lavorato come con Conte: può darci la forza per vincere. Il 10 a Thiago Motta? Chi scherza, faccia due palleggi con lui poi si siacqui la bocca...»
Italia, De Rossi: «La 10 a Thiago Motta? Sciacquatevi la bocca»© Getty Images
Andrea Santoni
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FIRENZE - Lui, la Roma, il caso Totti-Spalletti, la Nazionale, il futuro americano. Daniele De Rossi a Coverciano è tornato a parlare di sé e di quello che gli ruota intorno. Per la prima volta il centrocampista ha detto detto la sua in modo compiuto sulla questione che ha acceso il mondo giallorosso: «Si tratta di fare un bel passo indietro…Posso dire che abbiamo vissuto una situazione spiacevole, è sempre così quando ci sono certe tensioni nello spogliatoio; forse le cose sono apparse più grandi da fuori, e meno da dentro. Certo, se da una parte c’è uno degli allenatori più forti della storia della Roma e dall’altra c’è il giocatore più forte della storia della Roma, a Roma… può succedere una catastrofe. Io non ho mai parlato per non aggiungere caos al caos. Non l’ho fatto prima, non lo farò adesso, anche perché sto pensando a quello che mi aspetta».

LUI E L’AMERICA - De Rossi ha ammesso di pensare a un futuro lontano da Roma, magari negli Stati Uniti dell’amico Pirlo: «Ma non adesso. Ho un altro anno di contratto. Però non è un mistero che mi piacerebbe fare un’esperienza del genere. Di sicuro non mi vedo nel Milan o nella Juve, o in una situazione che mi vedrebbe in contrasto con la Roma».



I DE ROSSI - Il centrocampista giallorosso, dopo aver parlato a lungo del valore del settore giovanile giallorosso ha concluso il ragionamento in modo significativo…«Inutile chiedere alla Roma di investire sui giovani perché lo fa benissimo da tempo. Lo dimostrano i risultati a livello nazionale e internazionale. Merito di Sabatini, Conti, Massara. Non cito l’allenatore della Primavera perché non mi pare il caso…D’altra parte noi De Rossi siamo fatti così, lui non parla di me io non parlo di mio padre, eppoi a Roma non siamo molto pubblicizzati…»

LA NAZIONALE - Nei giorni scorsi DDR aveva ammesso di aver temuto di non riuscire a entrare nei 23. Oggi ha spiegato: «L’obiettivo non era certo essere semplicemente qui. Ma vincere l’Europeo. Il problema che ho avuto è che qui mi si è riacutizzato ul dolore al tendine che non pativo da un anno e mezzo. Però sono arrivato sapendo di dover dare tutto anche nelle partitelle. Ora sto bene come poche volte. Ho rischiato, affrettando il rientro, come accaduto alla vigilia del Real. Se avessi pensato all’Europeo non l’avrei fatto ma in quel momento contava solo la Roma. Adesso sono qui. E non sarò certo io dire no alla Nazionale: non si abbandona la Nazionale. Deciderà il nuovo ct. Se dovesse escludermi non ci sarebbe alcuna vergogna. E’ nell’ordine naturale delle cose. Ma io sarò sempre disponibile per la Nazionale, anche per Italia-Faroer».

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ITALIA&JUVE&ROMA - Sulle prospettive di questa Nazionale, De Rossi è stato chiaro: «Mai lavorato come adesso. Conte motiva e arriva a toccare certe corte. Siccome oltre alla qualità la sua Juve era superiore a tutti sul piano della forza spero che questo faccia la differenza in Europa. Anche il lavoro tattico aiuta. Io penso che questa Italia sia come la mia Roma di qualche anno fa: non era la più forte ma poteva battere chiunque, purtroppo magari essere battuta da chiunque. Ecco, noi dobbiamo eliminare questa parte della situazione e cercare di essere i più forti per 7 partite. Non abbiamo i due tre fuoriclasse di qualche tempo fa che potevano risolvere una partita da solo. Però questo gruppo è sano. E ha ottimi elementi. Come Thiago Motta».

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IL 10 - De Rossi a proposito delle polemiche legate all’assegnazione del numero 10 al “francese” è sarcastico: «Chi si diverte sul web a ridicolizzare Thiago, venga a fare due palleggi con lui, pi si sciacqui la bocca. Uno che ha vinto tutto, che ha un’esperienza assoluta a livello internazionale. Sul piano tecnico qui nessuno merita la 10 più di lui. Certo, per caratteristiche, non è un Totti, o un Baggio o un Del Piero ma ognuno deve essere se stesso. I numeri di maglia sono importanti da giovani, somo cose frivole, c’è poi la scaramanzia. Il 10 in Nazionale l’ho avuto anche, l’ho preso, senza voglia, per un fatto geopolitico; questa maglia non l’ha scelta Thiago, l’ha accettata, perché è fatto come me, non era certo il sogno suo, ma ha accettato perché è uno che non crea mai problemi».
 

 


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