La Grana Bretagna

Il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio
La Grana Bretagna© EPA
Ivan Zazzaroni
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Si moltiplicano i commentatori che, ispirati dal proprio pessimismo, invitano a non entusiasmarsi troppo per questa Nazionale, dal momento che «non ha ancora affrontato avversarie di valore», e estendono il consiglio agli azzurri che non avrebbero ancora motivo per cantare a squarciagola “Notti magiche”. Almeno sotto questo aspetto siamo migliorati: trentanove anni fa, in Spagna, abbondavano gli inviati specialissimi nel gufare l’Italia di Bearzot prevedendo schiaffoni da Argentina o Brasile.

Essendo (anch’io) ottimista sul futuro del pessimismo, sostengo però che di motivi di preoccupazione dovremmo averne altri, più seri e concreti: in particolare dopo l’intervento del nostro Premier che ha segnalato il sensibile, costante aumento dei contagi in Inghilterra suggerendo di spostare semifinali e finali dell’Europeo da Londra a sedi più sicure. La variante Draghi.

Draghi, che ha messo in notevole difficoltà Gravina, è peraltro spalleggiato dalla Merkel in quella che è stata subito defi nita una (giusta) campagna contro l’intransigenza di Boris Johnson. Il quale ultimamente è assai vicino al presidente dell’Uefa: ricordo che proprio Johnson fu il più accanito oppositore della Superlega e, di rifl esso, il potente alleato di Ceferin e delle federazioni europee nella battaglia contro i dodici fondatori, poi ridottisi a tre - aggiungo che l’Inghilterra punta a ospitare una delle prossime edizioni del torneo continentale.

In altri momenti non ci troverei nulla di allarmante. Il guaio è che dopodomani giocheremo l’ottavo con l’Austria proprio a Londra dove è immaginabile che il clima per la nostra delegazione non sarà dei migliori.

In oltre quarant’anni di calcio ne ho viste di tutti i colori, il mestiere mi ha insegnato a diffidare anche degli angeli: sono cambiato di carattere. Estraendo dalle profondità della memoria, mi auguro perciò che sabato fi li tutto liscio e non si consumino vendette sulla pelle di una squadra bella, sana e antirazzista che ha il diritto di vincere o perdere serenamente la sua partita. Per richiamare sull’Italia la benevolenza del destino, potremmo tuttavia sperare nella presenza a Wembley di qualche uligano a piede libero sopravvis-suto al mondo ultrà imborghesito e ingentilito: qualcuno che gridasse ai ragazzi di Mancini “camerieri!” e sollecitasse la reazione dei nostri, fino a infilare gli austriaci per andare avanti. Magari favorendo un’ipotetica finale con gli inglesi ai quali servire il piatto forte, una lasagna alla Capello


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