Voller promuove la Roma: "E' sulla strada giusta"

L'ex centravanti giallorosso: "Investire sui giovani è un’idea che mi piace. De Rossi ha saputo imprimere una svolta"
Voller promuove la Roma: "E' sulla strada giusta"© Getty Images
Roberto Maida
5 min

Rudi, che tempo ci hai fatto trovare? «Freddo eh. Lo so, non è il massimo per un turista o un tifoso. Ho avvisato anche mia moglie che arriva oggi da Roma: copriti bene, Sabrina! Ma per lo spettacolo del calcio sarà meglio se la temperatura resta bassina». Sembra improvvisamente inverno in Germania, pioggia e vento spingono anche la popolazione locale a tirare fuori dall’armadio i giubbotti. Völler si lascia scappare un «brrr» divertito dal ritiro di Herzogenrauch, vicino a Norimberga, mentre ci presenta il suo Europeo. Dopo aver guidato la nazionale tedesca da centravanti e da ct, proverà a lasciare il segno da direttore tecnico.

Cosa vi aspettate? Al campo ieri sono venuti in tantissimi a guardare la squadra allenarsi.

«Il nostro obiettivo è mantenere un clima di entusiasmo che ci permetta di cancellare il pessimo Mondiale in Qatar. La gente qui ci sostiene, crede in noi: dobbiamo essere bravi a ripagare la fiducia».

E’ stato Völler a decidere di cambiare il manico: via Flick, ora al Barcellona, e dentro il giovane Nagelsmann.

«Sì, la scelta del selezionatore è tutta mia. Serviva una svolta. E ora sono contento che tutti stiano apprezzando il lavoro di Julian».

Sembrava dovesse durare poco la sua avventura con la Germania.

«Lui poteva tornare al Bayern. Ma l’ho convinto a rimanere con noi, il contratto scade nel 2026, dobbiamo puntare a un grande Mondiale. Prima però pensiamo a questo torneo, che è un’occasione».

Giocate in casa un grande evento per la prima volta dal 2006.

«E’ un piccolo vantaggio da sfruttare ma anche un motivo di pressione. Tutti si aspettano la grande Germania ma dobbiamo riconoscere che ultimamente abbiamo deluso. Per noi sarà fondamentale cominciare bene venerdì contro la Scozia».

Rispetto al Mondiale in Qatar sono rimasti solo 12 giocatori su 26.

«Credo sia normale, visto il risultato negativo. Abbiamo ringiovanito l’organico, valorizzando giocatori che sono cresciuti in Bundesliga: gente del Bayer Leverkusen, dello Stoccarda. E poi non dimentichiamo che è tornato Toni Kroos. Per lui è l’ultimo appuntamento della carriera, vorrà viverlo al massimo».

Sarà l’Europeo del suo pupillo Wirtz, che ha svezzato da dirigente a Leverkusen?

«Penso di sì. Ma anche Musiala è un diamante. Entrambi hanno un grande futuro davanti e spero che ci diano una mano da subito».

La favorita?

«La Francia, per forza. Parliamo dei vicecampioni del mondo. Poi viene un bel gruppo di nazionali che possono giocarsela. Tra queste metto la Germania ma anche l’Italia».

Mourinho sostiene che da noi manchi il talento.

«A me sembra la solita Italia, una squadra solida. Può arrivare molto avanti anche se è inutile fare troppi pronostici: dagli ottavi in poi basta un piccolo errore e vai a casa».

Avete paura di incontrarci sul vostro territorio? L’ambasciatore tedesco a Roma sostiene di sì, ricordando soprattutto la semifinale di 18 anni fa.

«Un po’ sì, lo ammetto. Anche mia moglie, che è romana, preferirebbe evitare l’incrocio... Speriamo che si torni alla vecchia massima di Lineker: vince sempre la Germania».

Da innamorato del Leverkusen, sarà dispiaciuto dopo la finale di Dublino.

«E’ stato un peccato ma bisogna fare i complimenti all’Atalanta che ha meritato. E poi per il Bayer aver vinto finalmente il campionato è un risultato enorme».

Bayer Leverkusen e Atalanta sono indicati da molti come un modello di calcio da imitare: squadre forti, bilanci in ordine. Si può resistere in alto dopo certi exploit?

«Certo. Basta investire con attenzione e saper vendere al momento giusto. Noi abbiamo allevato Havertz e poi lo abbiamo ceduto al Chelsea a cifre mostruose. Con certi affari rifai la squadra e magari ti viene anche meglio».

Anche la “sua” Roma sembra orientata verso uno sviluppo più graduale e razionale.

«Ho fiducia in questo programma. Non so bene chi possa andare via e chi arriverà però se l’idea è investire sui giovani mi piace. E sono molto contento per De Rossi, che ha saputo imprimere una svolta e conquistare molti punti anche se poi è stato eliminato dal Leverkusen».

Conosce il nuovo direttore tecnico Ghisolfi?

«No. Ma mi auguro che sappiano costruire una Roma di livello. Come dice Daniele, non serve spendere tanto ma spendere bene».


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