Una Roma tatticamente perfetta e devota a Mourinho

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Una Roma tatticamente perfetta e devota a Mourinho© BARTOLETTI
Ivan Zazzaroni
3 min

Mourinho li chiama “bambini”. Sono i ventenni che in questi due anni ha lanciato un po’ per curiosità (e ruolo) e tanto per disperazione. Edo Bove è l’unico sopravvissuto di sette-otto tentativi, quello che gli sta regalando le maggiori soddisfazioni, le risposte più convincenti. Bove lotta, corre ovunque, raddoppia anche se stesso, spesso si perde nella voglia di strafare.

Una squadra commovente

Per settanta minuti dà il fritto prima di arrendersi per sfinimento. Bove il dinamico è l’immagine di una squadra commovente ed è giusto che abbia deciso la sfida col Bayer: è il volto di un gruppo che non gioca un calcio spettacolare, ma che lavora sempre con un’applicazione straordinaria e “sente” la guida. I tifosi l’hanno capito e ne condividono le troppe sofferenze e le gioie. Metto subito in chiaro che la Roma ha meritato la vittoria, avendo annullato i tedeschi, capaci esclusivamente di avvicinarsi alla porta di Rui Patricio nei dieci minuti iniziali e verso la fine. Mou - eccezionali la disposizione in campo e la strategia - a un certo punto era talmente soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi, e dell’equilibrio ottenuto, che ha addirittura ritardato l’ingresso di Dybala e Wijnaldum, i signori della qualità, quelli che avrebbero potuto alzare il livello delle giocate.

La pazienza esaurita

So da tempo che lo Special vuole andar via: la pazienza ha retto fino a un mese fa. Una società seria e riconoscente lo convocherebbe stamattina in sede e gli offrirebbe tre anni di contratto e la piena autonomia sul mercato, un mercato peraltro penalizzatissimo dal FPF. Ma questo è solo un sogno. No, non un sogno personale, ma di chi ha ben presenti la grandezza del tecnico e le dimensioni del vuoto che lascerà. Al momento, solo la tifoseria e la squadra. Un’ultima annotazione. Lothar Matthaus era all’Olimpico e pochi minuti prima dell’inizio ha spiegato a Sky che «Mourinho è un allenatore eccezionale, ha migliorato tutte le squadre nelle quali ha allenato». Aldo Serena, al suo fianco, ha sfruttato l’assist, proprio come 35 anni fa nell’Inter: «Non ha sedotto una squadra, ma una città». Ma allora al mondo ci sono anche ex calciatori - pardòn, ex grandi calciatori - che, una volta passati alla tv, non hanno difficoltà a sottolinearne la superiorità!


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