Retroscena Roma-Brighton: Kristensen canta, De Rossi si infuria sul 4-0 e Abraham...

Notte magica all'Olimpico, con tanti dettagli che fanno capire come la crescita della squadra giallorossa (e del suo allenatore) sia costante
Retroscena Roma-Brighton: Kristensen canta, De Rossi si infuria sul 4-0 e Abraham...
Chiara Zucchelli
3 min

La Roma non vuole fermarsi più. E non può neppure farlo visto che, come ricorda Daniele De Rossi un giorno sì e l'altro pure, più o meno pubblicamente, non ha ancora fatto nulla. Certo, quattro gol al Brighton di De Zerbi non sono poca cosa, la Roma ha un piede e mezzo ai quarti  di Europa League ma tra una settimana, in Inghilterra, servirà comunque fare una partita vera. E De Rossi, questo, lo sa bene. Ecco perché anche stasera non ha voluto lasciare nulla al caso: quando è entrato Llorente, e la Roma aveva già messo in cassaforte il risultato, Daniele è impazzito in panchina. Si è infuriato. Il motivo? Il cambio tardava ad arrivare. E lui non voleva perdere tempo e non voleva neppure che il Brighton conquistasse metri. Segnali di un allenatore bravo che sta crescendo insieme ai suoi giocatori. Non solo, però.

Roma-Brighton, cosa ha fatto Kristensen con i tifosi

Non è la prima volta che la Roma, in questi anni, vive una magica notte in Europa. L'Olimpico, straordinario, ha fatto la sua parte così come i giocatori in campo, in panchina e in tribuna. Ad esempio: Kristensen ha cantato "Roma, Roma, Roma" con i tifosi (almeno il ritornello), Abraham ha spiegato, a lungo, a Huijsen alcune dinamiche dell'Olimpico indicandogli a lungo la coreografia, Azmoun e Baldanzi, prima di entrare in campo, sono stati tra i più attivi in panchina. Altre istantanee: l'inchino di Mancini sotto la Sud, la dolce dedica di Cristante per suo figlio Liam, che nascerà tra poco, N'Dicka che urla ai compagni di usare la testa e la standing ovation per uno straordinario Paulo Dybala. Non ha ancora fatto niente, la Roma, che viene da una semifinale e due finali europee. La strada è ancora lunga ma la certezza è che società, allenatore, giocatori e tifosi siano quantomai pronti per percorrerla insieme.


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