Bologna, quanto sei bello quando fai così

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
2 min

Avevo una gran voglia di scrivere del mio Bologna e non solo per accarezzarmi per una volta il cuore: vederlo giocare mi piace sempre di più, perfino quando regala tanto all’avversario, come con la Cremonese e nel primo tempo di ieri: in fondo una squadra che mette insieme una quindicina di risultati positivi e classifiche come le due di Italiano può permettersi qualche momento di inspiegabile altruismo.
Questo Bologna è un genere di squadra alla quale perdoni qualcosa attraverso i suoi interpreti e il lavoro dell’allenatore (e della società). È impossibile non divertirsi e perfino emozionarsi davanti alla foga contagiosa di Rowe e Castro, alla lucidità di Pobega e Moro, al desiderio di incidere di Bernardeschi, totalmente recuperato al sorriso. Ed è altrettanto impossibile non sacramentare quando, dopo un dominio assoluto del pallone e del campo, al primo ingresso nell’area di Ravaglia Zaragoza trova la porta. Ma come, proprio alla porta Zaragoza! 
A Vigo il Bologna ha asfaltato il Celta che soltanto pochi giorni prima aveva vinto al Bernabeu. L’ha fatto creando movimento, sbagliando gol facili con Rowe e Castro, ma non le linee di gioco, recuperando una montagna di palloni sulla trequarti, insistendo, trovando il pareggio su rigore dopo l’annullamento della rete di Pobega per un fuorigioco di quattro peli di Bernardeschi. E ottenendo tutto quello che meritava sempre con Berna. 
Da anni il Bologna non imponeva il proprio gioco e la propria personalità in Europa: gli 11 punti conquistati, che lo collocano in una zona sufficientemente tranquilla, potrebbero già valergli l’accesso ai playoff.  
E adesso i migliori in campo: su tutti Bernardeschi e Moro, e poi Pobega e Heggem. Un filo sotto Miranda, Holm e Lyko, impiegato nel ruolo di centrale al posto di Lucumi; sopra la sufficienza Castro, Rowe e Fabbian. Ravaglia aveva già completato il campionario all’Olimpico. 
Italiano ha appena compiuto 48 anni, ma il regalo ce l’ha fatto lui.  


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