D’Andrea: "Berardi il mio esempio. Italia, ora ti porto l’Europeo U19"

Il giocatore del Sassuolo: "Ho seguito i consigli di Frattesi. Vogliamo tornare con la coppa"
D’Andrea: "Berardi il mio esempio. Italia, ora ti porto l’Europeo U19"© Getty Images for DFB
Giorgio Marota
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Luca D’Andrea preferisce i dribbling in campo, e con le parole non smarca nessuna domanda. Va dritto al punto, abituato com’è a prendersi delle responsabilità. La prima? A 13 anni: è partito da Ponticelli, periferia Est di Napoli («un quartiere parecchio difficile», lo definisce) per sognare un futuro nel calcio che conta. «Per uno come me indossare la maglia azzurra va oltre qualsiasi aspettativa - racconta - e se fosse possibile vorrei giocare ogni giorno per l’Italia». La sua quotidianità, invece, si chiama Sassuolo. Ed è una fortuna, perché in neroverde il classe 2004 ha collezionato 5 presenze in A, tutte da titolare, lanciandosi verso un Europeo U19 che sta giocando da protagonista.

L'intervista a Luca D'Andrea

Nella fase finale l’Italia è partita con un poker ai padroni di casa di Malta. Oggi alle 18 contro il Portogallo, la squadra di Bollini potrebbe centrare la semifinale.

D’Andrea e poi altri 10. Bollini fa così la formazione?

«Lui è un grande allenatore, mi vuole bene e mi dà continuamente consigli. La sera prima di andare a dormire parliamo sempre, crede tanto in me».

E Dionisi?

«Mi ha lanciato senza paura. Un anno e mezzo fa ho deciso di andare al Sassuolo e ho fatto la scelta migliore della mia vita. Qui posso diventare un grande calciatore come Berardi e Raspadori»

Di lei dicono “è il dopo Berardi”. Si sente un predestinato?

«Mimmo è un esempio, mi riempie di consigli. Cerco di seguirlo, diventare come lui è il mio sogno».

Anche il Portogallo ha vinto all’esordio. Cosa vi aspettate?

«Di vincere. Crediamo in noi stessi. Abbiamo battuto la Germania nella fase élite, da quel giorno abbiamo capito il nostro valore».

Contro Malta lei ha sbagliato un rigore e poi ha segnato un gol.

«Sul rigore ho calciato malissimo... peccato perché potevo già essere a 2 gol nella classifica marcatori. Mi rifarò col Portogallo, è una promessa».

Quanto si sente cresciuto grazie all’esperienza in A?

«Non mi sarei mai aspettato una stagione così incredibile. Per fortuna ho dato retta a Frattesi».

Cosa le ha detto?

«Quando ho esordito con il Torino mi ha detto “se ti monti la testa ti spacco in due!”. Mi ha sempre considerato il suo pupillo».

Il suo idolo?

«Prima Maradona, poi Messi. Diego non l’ho visto giocare, ma per un napoletano Maradona è Maradona».

Con lei ed Esposito in attacco, si parla napoletano in nazionale?

«Ovviamente sì, guaglio’. Pio è di Castellammare e ci capiamo al volo! Continueremo a fare un sacco di gol, è una promessa».


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