Un pezzo d'Italia in Macedonia, Valenti esclusivo: "Qui i ragazzi li lanciamo"

Prima della sfida tra le due nazionali parla il tecnico del club più 'azzurro' dei Balcani, che ha Pandev come presidente e un nome 'milanese'
Un pezzo d'Italia in Macedonia, Valenti esclusivo: "Qui i ragazzi li lanciamo"© Juventus FC via Getty Images
Giorgio Marota
5 min

Un tocco di Brera - il quartiere degli artisti - nei Balcani. Spirito macedone e identità milanese, con Goran Pandev come fondatore, presidente e proprietario di quote al 10%, e un esperto di giovani a guidare un gruppo che ha un’età media di soli 22 anni: questa la formula che sta permettendo all’Akademia Pandev Brera Strumica di volare nella Prva Makedonska Fudbalska Liga, fin qui comandata con 13 punti in 6 partite. La mano di Giovanni Valenti, tecnico con 28 anni di esperienza nei vivai tra le tante di Juve, Milan, Brescia e Parma, è già evidente. Anche se i 2 milioni di abitanti che popolano questo piccolo Paese incastonato tra Albania, Serbia, Bulgaria e Grecia, si sono presi una pausa dal campionato per proiettare cuore e mente alla sfida di sabato contro l’Italia. A 534 giorni dalla disfatta di Palermo che ci è costata il Mondiale, la Nazionale di Spalletti parte proprio da Skopje.

Valenti, ci aiuta a respirare un po’ di clima macedone?
«C’è un’attesa spasmodica. Quella vittoria ha cambiato senza dubbio la storia del calcio in questo Paese, come la dimensione e le ambizioni di tifosi sempre più esigenti».

Nel girone di qualificazione però i punti sono solo 3, con due sconfitte.
«Il 7-0 di Wembley è stato durissimo, ci sono state tante polemiche. Con l’Ucraina la Macedonia vinceva 2-0 e poi si è fatta rimontare. In generale il livello, la qualità si sta alzando parecchio».

Cosa l’ha convinta ad accettare questa sfida così inedita?
«Il vivaio è sempre stata la mia dimensione. Però mi ha convinto il progetto, la visione del club, e provare a raggiungere l’Europa con una squadra di giovani».

Quanto giovani?
«Giovanissimi. Abbiamo quattro ragazzi in Under 21, due convocati in questo giro, e nove tra Under 18 e Under 19. Tutti in pianta stabile nella rosa della prima squadra. Nell’ultima gara di campionato abbiamo fatto giocare titolari otto millennials».

Ci segnala qualche talento?
«Difficile scegliere. Ma vado particolarmente fiero del nostro terzino classe 2006 Velkov e del 2005 Gjorgievski. Ne sentirete parlare».

Ha davvero impiantato una colonia italiana in Macedonia?
«Sì! Siamo io, il mio vice Cavalli che è nato nel mio stesso quartiere di Brescia e con cui ho lavorato al Lumezzane, al Milan e alla Juve dove era uno dei miei coordinatori tecnici. Per me è un punto di riferimento assoluto, ed è stato anche vice di De Zerbi al Sassuolo e allo Shakhtar. Poi c’è Alessandro Pegorari, preparatore dei portieri con cui ho collaborato nella passata stagione a Parma. E Salvatore Ribaudo, ragazzo del 2004 che ho avuto nelle giovanili sempre del Parma. È il primo italiano a giocare in Macedonia. Titolare».

A che livello è il calcio macedone?
«La Nazionale non può essere più considerata la Cenerentola dei gironi di qualificazione. Bardhi, Elmas, Miovski, Trajkovski, Nestorovski sono tutti calciatori di alto livello. E nei prossimi anni esploderanno altri giovani».

E il campionato cosa offre?
«Direi che tanti ragazzi potrebbero giocare nei professionisti in Italia, la differenza è nel ritmo di gioco: ancora troppo blando. Per me la Serie A macedone vale buona Serie C italiana. Con la differenza che qui puoi accedere ai preliminari di Champions, Europa League e Conference. In tanti stanno investendo su questo calcio: ad esempio ci sono proprietà turche o albanesi».

Perché secondo lei i giovani in Italia fanno così fatica ad avere spazio?
«I talenti ci sono. Quando ho fatto il vice allenatore in U19 vedevo che i giovani spagnoli, portoghesi e olandesi erano nella seconda squadra, i nostri in Primavera, dove gli Under 18 non giocano perché ci sono 5 fuoriquota. Poi può sicuramente crescere il coraggio dei tecnici, e anche un po’ l’orgoglio nel sentirsi parte di una progettualità a lungo termine senza pensare solo al presente. La Spagna ha lanciato Gavi in Nazionale a 17 anni. Dal mio punto di vista è stato un privilegio allenare ragazzi come Scalvini, Miretti e Fagioli alla Juve, Ndour e Zanotti al Brescia, o Colombo al Milan».

Ci aiuta a capire cosa rappresenta Pandev per la Macedonia?
«Un idolo e uno dei motivi principali per cui siamo qui. In piazza a Strumica c’è solo una stella ed è la sua. È come Maradona per Napoli».


© RIPRODUZIONE RISERVATA