Roma City, è tutto vero. Il club di Mister Doino è pronto per la D

Ha preso forma una società che punta su strutture moderne, “regole etiche” e giovani da valorizzare. Un progetto lungimirante da sviluppare con umiltà. Dopo la Coppa Italia, parte il campionato
Roma City, è tutto vero. Il club di Mister Doino è pronto per la D
Tullio Calzone
6 min

ROMA - Sembra incredibile, ma è tutto vero. Due mesi fa c’erano solo rovine, oggi, adagiato sul Tevere e costeggiato dall’Autostrada del Sole, il Riano Athletic Center sta rinascendo dopo mesi di frenetici lavori, avendo schivato le insidie di un Paese finito in una sorta di frullatore per leggi maldestre e incurabili vizi. Nulla che abbia potuto frenare il progetto. Maestranze laboriose dall’alba al tramonto, con il presidente Tonino Doino nel ruolo di infaticabile motivatore e di organizzatore prezioso, hanno alimentato un sogno calandolo nella realtà.

Il metodo Tonino

D’altra parte le fortune come imprenditore dell’ex idraulico di Montespaccato, da ristoratore che cucinava per Versace a immobiliarista di successo, si sono sempre rette su un’etica del lavoro inattaccabile e fruttuosa oltre che sulla capacità di cogliere opportunità. Lo stesso metodo che sta iniettando in questa esperienza nel calcio italiano che parte dal basso ma ha una linea d’orizzonte ben precisa e già evidente. Creare, innanzitutto, strutture adeguate a svolgere un’attività sportiva che possa diventare un’occasione per tanti giovani aspiranti calciatori, senza manie di grandezza o ambizioni spropositate. Il Roma City Football Club sarà il risultato di questa filosofia e dovrà crescere nel tempo senza vanaglorie. «Siamo pronti a imparare dalle tante società che sul territorio operano da anni. Non ci sentiamo in competizione con nessuno. Anzi siamo pronti a condividere il nostro know-how», chiarisce Doino. E’ questo il tentativo che sta animando gli investimenti dell’ex ragazzo di Borgata Fogaccia innamorato del calcio e della sua città, rientrato in Italia per dimostrare che è possibile anche qui lasciare un segno facendo della propria passione il core business non solo in senso romantico ma con concretezza. In un mondo che continua generare debiti, perché non distingue l’alba dal tramonto, Doino ha capovolto la prospettiva, partendo dalle strutture per poter generare in casa il valore aggiunto della sua attività: i calciatori. «Voglio ancora ringraziare il sindaco di Riano, Luca Abbruzzetti, sempre disponibile e collaborativo con l’assessore allo sport Marcello Bocci e tutti i tecnici del Comune. Ma spendo una parola anche per Marco Di Saverio e Massimo Caldaroni, preziosi miei collaboratori come Paolo Gentile e Ruggiero Ortenzi».  

La casa del cuore

D’altra parte, chi visita il Riano Athletic Center se ne innamora immediatamente, benché sia ancora un cantiere aperto per l’antico vizio tutto italiano di non saper rispettare i tempi degli impegni sottoscritti. «Per ora abbiamo due campi regolamentari, più uno per gli allenamenti di 90 metri. - spiega Mister Doino, scarpe da ginnastica, cappelletto all’americana e maglietta col simbolo del Colosseo stampato sul cuore - A regime avremo un altro terreno di gioco regolamentare nuovo e ne sorgeranno altri tutti in erba naturale. Nel Centro c’è già una piscina di 50 metri per 20, più un’altra di piccole dimensioni che sarà fondamentale per il recupero degli infortunati. Già attivo un servizio di foresteria per ospitare i ragazzi, una sala ludica e un ristorante con bar annesso. Ci sarà una palestra di ultima generazione, mentre percorsi idonei a sviluppare la forza degli atleti su distanze più lunghe saranno creati nel parco. Lo spazio non ci manca, potendo disporre di oltre 40 ettari di terreno», sottolinea con orgoglio l’imprenditore italo-statunitense partito da Roma a 20 anni in cerca di fortuna e tornato con un sogno nel cassetto. «In America ho fatto l’assistant coach in varie discipline che nelle scuole si praticano ma si va in campo solo in base al rendimento scolastico. L’opportunità va data a tutti, ma prima il merito. Questo progetto si reggerà sulla condivisione di una filosofia che ha come pilastri il senso di comunità, il rispetto reciproco e un sano agonismo».

Lo specialista Bordon

Una visione che ha spinto anche il professor Claudio Bordon ad aderire al City. Trascorsi all’Udinese con i Pozzo, ma anche al Palermo di Zamparini e all’Inter, curatore dei muscoli e confidente prezioso di campioni inarrivabili come il brasiliano Ronaldo, Cavani, Toni, Amauri, Barzagli - giusto per citarne qualcuno - il professionista friulano sta mettendo la sua esperienza a disposizione del nascente club capitolino che guarda lontano con i piedi piantati nella realtà. «Il calcio deve recuperare la sua vocazione ludica e abbandonare la cultura del risultato a tutti i costi. Un bambino deve divertirsi, non essere costretto nelle tattiche a 8/10 anni. Noi vogliano tornare all’oratorio perché il calcio è uno straordinario strumento educativo. Poi, certo, conta anche il campo», sottolinea l’ex preparatore di Moratti e Tanzi, significative esperienze all’estero con i moscoviti del Saturn e allo Swansea in Premier League, in carriera 3 promozioni in A, 5 finali di Coppa Italia (2 vinte), una finale di Coppa Uefa conquistata e un entusiasmo contagioso a dispetto dei 71 anni portati benissimo in giro in bicicletta per il centro sportivo. «Sarà la nostra casa, difficile trovarne di simili in Italia. Ecco perché mi sono convinto a dare una mano a Francesco e Daniele (Statuto e Berretta, ndr), ragazzi speciali ai quali mi unisce un’identica visione dello sport e una collaudata amicizia. Il presidente Doino? Uno straordinario visionario, con i piedi per terra».


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