Maradona, il bellissimo messaggio di Macron: "C'era un re Pelé, ora c'è un dio Diego"

Commovente nota pubblicata dall'Eliseo per celebrare l'addio dell'ex numero dieci argentino
Maradona, il bellissimo messaggio di Macron: "C'era un re Pelé, ora c'è un dio Diego"
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PARIGI (Francia) - Non è mancato il messaggio da parte del presidente della Francia, Emmanuel Macron, per manifestare tutto il suo cordoglio a seguito della scomparsa di Diego Maradona: "La mano di Dio aveva depositato un genio del calcio sulla terra. Ce l'ha appena tolto, con un dribbling imprevisto che ha ingannato tutte le nostre difese. Voleva, con questo gesto, risolvere il dibattito del secolo: Diego Maradona è il più grande giocatore di calcio di sempre? Le lacrime di milioni di appassionati rispondono oggi con una prova dolorosa".

A Napoli diventò Maradona

Sul sito dell'Eliseo viene ricostruita la carriera del Pibe de Oro: "Nato in un sobborgo povero di Buenos Aires, Diego Armando Maradona fa sognare la sua famiglia e il suo quartiere con i suoi dribbling, che presto crocifiggeranno i migliori difensori europei. Il Boca juniors e i leggendari derby lo rivelano nel calcio mondiale. È stato il Barcellona a portare a casa il diamante, convinto di aver finalmente trovato il successore di Johan Cruyff per dominare ancora una volta il calcio europeo".

Poi, l'arrivo a Napoli, "dove Diego diventò Maradona": "Nel sud d'Italia, il ragazzo d'oro ha ritrovato la passione degli stadi sudamericani, il fervore irrazionale dei tifosi e ha portato Napoli sulla strada dello Scudetto e ai vertici del calcio europeo. Un giocatore sontuoso e imprevedibile, il calcio di Maradona non si era mai visto prima. Con un'ispirazione sempre nuova, inventava costantemente gesti e colpi. Un ballerino in scarpette, non era un atleta, ma un artista, incarnava la magia del gioco".

La partita del secolo

La Francia ricorda anche la "partita del secolo": "Gli mancava ancora di scrivere la storia di un Paese segnato dalla dittatura e dalla sconfitta militare. Questa resurrezione si è verificata nel 1986, nella partita più geopolitica della storia del calcio, i quarti di finale della Coppa del Mondo contro l'Inghilterra di Margaret Thatcher. Il 22 giugno 1986 a Città del Messico ha segnato il suo primo gol con Dio come compagno. Poi ha segnato il gol del secolo che ha riunito in una sola azione i più grandi dribblatori del calcio: Garrincha, Kopa e Pelé... Nella stessa partita, dio e diavolo, ha segnato i due gol più famosi della storia del calcio. C'era un re Pelé, ora c'è un dio Diego".

Per sempre nella storia

A seguire la finale contro la Germania, quella che gli permise di coronare il sogno che coltivava da bambino, vincere i Mondiali: "Lì nasce una leggenda: il bambino prodigio è diventato il miglior giocatore del mondo. E la Coppa del Mondo torna in Argentina: questa volta è quella del popolo, non quella dei militari". Il comunicato dell'Eliseo si chiude con Macron che "saluta il re del pallone tanto amato dai francesi. A tutti coloro che hanno risparmiato la loro paghetta per completare l'album Panini del Messico 86 con la sua figurina, a tutti quelli che hanno dovuto negoziare con la loro donna per battezzare Diego i loro figli, ai suoi compatrioti argentini, ai napoletani che in suo onore hanno disegnato affreschi degni di Diego Rivera, a tutti gli amanti del calcio, il presidente della Repubblica manda le sue più sentite condoglianze. Diego se queda".


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