Polonia, bufera sul premio per gli ottavi: la rabbia di Lewandowski

Scontro tra governo, giocatori e federazioni per i 6,4 milioni promessi e poi negati per il superamento del turno: il capitano incontra il Premier e spegne la polemica
Polonia, bufera sul premio per gli ottavi: la rabbia di Lewandowski© Getty Images
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In Qatar la Polonia ha superato la fase a gironi di un Mondiale dopo 36 anni, eliminando il Messico grazie alla miglior differenza reti salvo poi doversi arrendere allo strapotere della Francia negli ottavi di finale. La spedizione è stata caratterizzata anche dai primi gol ad un Mondiale di Robert Lewandowski, che dopo aver sbagliato un rigore proprio contro il Messico nella prima partita ha segnato contro l’Arabia Saudita e poi dal dischetto contro la Francia.

Polonia fuori dal Mondiale, il ct Michniewicz nel mirino

Insomma, il traguardo minimo è stato raggiunto, eppure il ritorno in patria della squadra è stato accompagnato da non poche polemiche, dovute in parte alle critiche nei confronti del ct Czeslaw Michniewicz, accusato di eccessivo difensivismo dalla stampa e anche da una parte del gruppo, a partire da Piotr Zielinski, ma anche al caso sorto attorno al premio-qualificazione promesso, ma poi non elargito, dal Governo.

La Polonia e il giallo del premio per gli ottavi

Secondo il portale 'WP SportoweFakty', il primo ministro Mateusz Morawiecki aveva stanziato una cifra di 6,4 milioni, da dividere tra giocatori e staff tecnico e le prime polemiche sono nate proprio riguardo la suddivisione, dal momento che lo staff di Michniewicz reclamava il 20% rispetto al 10% che era stato pattuito in prima battuta. Niente accordo neppure sulla spartizione tra giocatori: Lewandowski ed altri leader dello spogliatoio caldeggiavano una distribuzione in parti uguali, altri avrebbero preferito un calcolo in base ai minuti giocati. Nella bufera si è inserito anche il malcontento della Federazione, il cui presidente Cezary Kulesza non ha gradito l’intromissione del Governo. Alla fine pare che la cifra verrà sborsata, ma non finirà nelle tasche dei giocatori, bensì proprio nelle casse federali e verranno investiti in infrastrutture.

Furia Lewandowski: "Non andiamo in nazionale per i soldi"

A complicare il quadro le polemiche legate alla forte inflazione che sta mettendo in ginocchio il paese, la cui economia è fatalmente condizionata dai riflessi della guerra nella vicina Ucraina. Per provare a spegnere il caso lo stesso Lewandowski ha incontrato il primo ministro in rappresentanza dei compagni di nazionale per poi affrontare la questione a muso duro: "Ho sentito molte notizie inventate a questo proposito, quindi voglio chiarire che non c'è stata alcuna disputa tra squadra e staff tecnico - le parole del centravanti del Barcellona al portale 'Onet.pl' - Non ci aspettavamo niente, non abbiamo mai preteso niente e non cercavamo certo soldi pubblici. Si è sempre parlato di denaro virtuale, non abbiamo mai preso troppo sul serio quanto ci era stato detto. Tengo a precisare che non andiamo in nazionale e tantomeno ai Mondiali per soldi. Per noi vestire la maglia della Polonia è un orgoglio".


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