Da Diego a Leo, la collezione dei Mac Allister

Da Diego a Leo, la collezione dei Mac Allister© Getty Images
Stefano Chioffi
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Nel giorno di riposo, dopo la vittoria contro l’Australia, ha organizzato una gita in barca a Doha con Julian Alvarez e Gabriel Batistuta, che ha deciso di postare le foto sul suo profilo Instagram. L’aria del golfo e qualche risata in attesa di pensare all’Olanda. Alexis Mac Allister prenderà in consegna De Jong. È l’energia dell’Argentina e del Brighton, allenato da De Zerbi. Resistenza e passo da maratoneta: un centrocampista che viaggia alla media di 11,4 chilometri a partita tra Mondiale e Premier League. Ha il cognome scozzese, ma gli antenati della mamma - Silvina Riela - erano molisani, di Belmonte del Sannio, provincia di Isernia. Tre generazioni di calciatori. Il nonno Carlos Alberto Riela, detto il Pocho, come Lavezzi, viene raccontato ancora su internet: una vita dedicata alla musica (suonava il bandoneón, un tipo di fisarmonica), al fútbol (ha giocato nel Deportivo Cochicó, club di Victorica) e alla pittura. Il papà, invece, è stato compagno di Maradona e Batistuta nella Seleccion.

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Ha sfiorato la convocazione al Mondiale del 1994 negli Stati Uniti. Faceva parte del gruppo che si qualificò dopo lo spareggio con l’Australia: terzino sinistro, maglia numero 3, un tipo tosto in marcatura. Ma Carlos Javier Mac Allister, alla fine, non trovò posto nella lista dei convocati del ct Alfio “Coco” Basile. Gli fu preferito il laziale José Chamot. Ora il figlio Alexis è uno dei “compañeros” di Leo Messi: Scaloni lo considera un centrocampista completo, in grado di garantire sostanza, equilibrio e di segnare qualche gol, come è capitato nella terza giornata della fase a gironi contro la Polonia. Ha ventitré anni, è nato a Santa Rosa, nella Pampa. Nel 2021 ha vinto la Coppa America con la Seleccion, battendo 1-0 il Brasile al Maracanà (gol di Angel Di Maria). Un metro e 76, destro naturale, 92,4% di passaggi riusciti in tre partite del Mondiale, 18 palloni recuperati, 4 occasioni create. Ha iniziato a giocare nel Club Deportivo, dove lavora suo zio Patricio, e nel Social Parque di Buenos Aires. Poi ha superato il provino per l’Argentinos Juniors, nello storico quartiere La Paternal: è stato allenato da Diego Dabove, Alfredo Berti e Gabriel Heinze, ex terzino del Real Madrid, del Manchester United e della Roma. Stesso soprannome del padre: “el colorado”, per i capelli rossi. Il Brighton lo ha preso per otto milioni alla fine di gennaio del 2019 e ha deciso di lasciarlo un anno in Primera División, girandolo in prestito al Boca Juniors. Davanti al popolo della Bombonera ha vinto un campionato con Miguel Angel Russo e sfiorato la finale di Libertadores con Gustavo Alfaro. Poi è stato Graham Potter, all’inizio del 2020, a fargli scoprire la Premier. Mac Allister è una mezzala di lotta e di governo: tackle e razionalità. Costa trenta milioni, ha un contratto fino al 2025 e anche con De Zerbi si è confermato l’anello di congiunzione tra difesa e centrocampo. Era uno dei saggi di Potter, che ora spinge per farlo arrivare al Chelsea. Ottimi i rapporti tra i due club, considerando che in estate il Brighton ha ceduto il terzino spagnolo Cucurella ai Blues per 65,3 milioni.  

Ha due fratelli: si chiamano Francis e Kevin. Come loro, anche Alexis, il più piccolo per età, ha il doppio passaporto: argentino e italiano. Nel Brighton indossa la maglia numero dieci. Si sacrifica, copre e alza il muro, ma trova spesso anche il gol: in questa prima parte della Premier ne ha segnati cinque (al West Ham, al Fulham, all’Aston Villa, più la doppietta al Leicester). Ha giocato nel vivaio dell’Argentinos Juniors con Nico Gonzalez, ora alla Fiorentina. All’inizio veniva utilizzato nel ruolo di ala, poi è stato convertito al ruolo di centrocampista. La sua fortuna. 


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